Antologia della Divina Commedia

3 Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo, che men loco cinghia e tanto più dolor, che punge a guaio. [1-3] Così discesi dal primo cerchio giù nel secondo, che circonda (cinghia) uno spazio più piccolo (men loco) ma molta più sofferenza (dolor), che spinge (punge) al lamento (guaio). 6 Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l intrata; giudica e manda secondo ch avvinghia. [4-6] Vi si trova (Stavvi = vi sta) Minosse, con aspetto spaventoso (orribilmente), e ringhia: esamina le colpe [dei dannati] all entrata (ne l intrata), li giudica e li manda [a destinazione] a seconda di come avvolge [la coda] (secondo ch avvinghia). 9 Dico che quando l anima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata [7-9] Intendo dire (Dico) che quando l anima dannata (mal nata) gli arriva di fronte (li vien dinanzi), si confessa totalmente (tutta); e quel giudice (conoscitor) dei peccati 12 vede qual loco d inferno è da essa; cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giù sia messa. [10-12] capisce (vede) quale luogo dell Inferno è adatto a essa (è da essa); si cinge (cignesi) con la coda tante volte quanti (quantunque) sono i cerchi giù per i quali vuole che sia mandata (messa). 15 Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio, dicono e odono e poi son giù volte. [13-15] Dinanzi a lui vi sono sempre molte [anime]: vanno a turno (a vicenda) al giudizio, dicono [i loro peccati] e ascoltano (odono) [la sentenza] e poi sono portate (volte) giù. 18 «O tu che vieni al doloroso ospizio , disse Minòs a me quando mi vide, lasciando l atto di cotanto offizio, [16-18] «O tu che vieni nel luogo in cui si raccoglie (ospizio) il dolore (doloroso) , mi disse Minosse quando mi vide, interrompendo (lasciando) lo svolgimento (atto) di un compito (offizio) così importante (cotanto), 21 «guarda com entri e di cui tu ti fide; non t inganni l ampiezza de l intrare! . E l duca mio a lui: «Perché pur gride? [19-21] «stai attento (guarda) a come entri e a colui di cui ti fidi; non farti ingannare dalla grandezza dell entrata (de l intrare)! . E la mia guida ( l duca mio) a lui: «Perché ti ostini a gridare (pur gride)? MINOSSE PERSONAGGI Secondo la mitologia classica Minosse era figlio di Giove e di Europa. Vissuto in un tempo antichissimo, fu re di Creta e divenne famoso per il suo alto senso della giustizia e per aver dato al suo popolo leggi atte a garantire la felicità della comunità. Già anticamente si riteneva 1-2. cerchio primaio secondo: finora Dante e Virgilio si sono mossi nel primo cerchio; ora scendono nel secondo, che, data la forma a imbuto dell Inferno, è meno ampio. 3. tanto più dolor: nel secondo cerchio si puniscono peccati più gravi, e quindi le pene sono maggiori. I dannati, infatti, sono dislocati nell Inferno in base alle loro colpe: peggiori sono i peccati, più in profondità si trovano le anime e più atroci sono i castighi. 4. Stavvi Minòs: sebbene sia un demone, Minosse (X Personaggi) ha un atteggiamento maestoso e regale (sottolineato stili- 42 che, una volta morto, fosse divenuto uno dei giudici infernali, e così lo presenta Virgilio nell Eneide (canto VI, vv. 432-433). Dante recupera la sua figura e, come già con Caronte, ne fa un demone-giudice incaricato di valutare le colpe dei morti e di stabilire la loro destinazione infernale. sticamente dal verbo posto in posizione iniziale, che dà enfasi al verso), coerente con l importante incarico che svolge. 9. conoscitor: è un vocabolo tecnico di derivazione latina che vale giudice . 11-12. cignesi messa: Dante spiega che Minosse avvolge intorno a sé stesso la propria coda un numero di volte corrispondente a quello del cerchio cui è destinato il dannato; non è chiaro se abbia una coda tanto lunga da poter essere avvolta addirittura per nove giri intorno al corpo o se invece avvolga e sciolga la coda per nove volte. 20. l ampiezza de l intrare: l espressione ha un doppio significato: da un lato riprende una formula già presente nell Eneide di Virgilio, laddove il poeta latino avvertiva quanto fosse facile morire e scendere quindi nel regno dei defunti (canto VI, v. 126: « facile la discesa nell Averno [il regno dei morti] ). Dall altro lato, Dante attribuisce all espressione un significato morale: è facile cadere nel peccato, come insegnato dal Vangelo di Matteo (VII, 13: «è ampia la strada che porta al peccato ), e dunque finire all Inferno.

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