Antologia della Divina Commedia

Glossario Esempio: «Colui che tutto move (Par., I, 1), per definire Dio, motore dell universo. Personificazione Figura retorica affine alla prosopopea , tanto che Dante non pare distinguerla da essa. Pleonasmo Espressione sovrabbondante, che consiste in una o più parole grammaticalmente o concettualmente non necessarie: come in a me mi piace , dove a me e mi indicano lo stesso rapporto. Esempio: «Iddio si sa qual poi mia vita fusi (Par., III, 108). Poliptoto Figura retorica che consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso (o, nelle lingue non flessive, la funzione sintattica), il genere, il numero, il modo e il tempo. Esempio: «Cred io ch ei credette ch io credesse (Inf., XIII, 25). Polisindeto Ripetizione della congiunzione tra più periodi, proposizioni o membri di proposizione fra loro coordinati. Esempio: «e mangia e bee e dorme e veste panni (Inf., XXXIII, 141). Prolessi Costruzione sintattica (detta anche anticipazione) in cui una o più parole (o un intera proposizione) sono collocate prima di ciò che sarebbe richiesto dal costrutto ordinario. Esempio: «Guarda la mia virtù s ell è possente (Inf., II, 11). Prosopopea Figura retorica che consiste nel raffigurare come persone esseri inanimati o entità astratte. Esempio: «Vieni a veder la tua Roma che piagne / vedova e sola, e dì e notte chiama: / Cesare mio, perché non m accompagne? (Purg., VI, 112-114). R Registro (di comunicazione, di espressione) Ogni diverso modo di realizzare, nell atto linguistico, le diverse possibilità che offre un sistema linguistico o dialettale, soprattutto in rapporto al ricevente e alle finalità che chi parla o scrive si propone. Reticenza Figura retorica che consiste nell improvvisa interruzione di un messaggio con la soppressione di una sua parte o nell allusione diretta a qualcosa che viene taciuto. Esempio: «quel giorno più non vi leggemmo avante (Inf., V, 138). Ripetizione (repetitio) o iterazione una figura retotica che produce una successione di membri uguali o solo leggermente variati nella forma, nella funzione sintattica o nel senso. Esempio: «non pianger anco, non piangere ancora (Purg., XXX, 56). S Sentenza Nella Scolastica medievale, la parola indicava, oltre che l espressione di un pensiero o di una tesi, anche la formula nella quale il maestro condensava l opinione di un autore ricavata dalla lettura o spiegazione d un testo. Comunemente si intende con s. una massima, una breve frase che enuncia in forma concettosa una verità, una norma, un principio perlopiù di natura morale. Esempio: «Per lei assai di lieve si comprende / quanto in femmina foco d amor dura, / se l occhio o l tatto spesso non l accende. (Purg., VIII, 76-78). Similitudine Figura retorica che mira a chiarire (logicamente o fantasticamente) un concetto presentandolo in parallelo e in paragone con un altro, mediante la congiunzione come o i nessi così come , tale quale , come tale ecc.; può avere forma estesa, e in tal caso consta di una prima parte in cui si descrive la cosa presa come confronto, e di una seconda parte in cui si passa all applicazione. Esempio: «Come la luce rapida / piove di cosa in cosa, / e i color vari suscita / dovunque si riposa; / tal risonò moltiplice / la voce dello Spiro (A. Manzoni, Pentecoste, vv. 41-46), Oppure può risolversi tutta nel giro di una frase (per es., fu trattato come un cane ); in forma ancora più concentrata si riduce alla metafora , mentre la soppressione del come o di ogni altro nesso, cioè l identificazione di un termine con l altro, dà luogo all analogia. Esempio: «Quali dal vento le gonfiate vele / caggiono avvolte, poi che l alber fiacca / tal cadde a terra la fiera crudele (Inf., VII, 13-15). Sineddoche Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), genere-specie (i mortali per gli uomini), materia prima-oggetto prodotto (un bronzo per una scultura in bronzo). Esempio: «guarda come esta fiera è fatta fella / per non esser corretta da li sproni, / poi che ponesti mano a la predella (Purg., VI, 94-96). Sinestesia un particolare tipo di metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse (per es., «silenzio verde nel sonetto Il bove di Carducci, colore squillante , voce calda ); quando l accostamento non è occasionale ma tende a ripetersi (per varie contingenze storico-culturali e stilistiche) può determinarsi un mutamento semantico, può nascere cioè una nuova accezione della parola (per es., il lat. clarus, etimologicamente appartenente alla sfera sensoriale auditiva, è passato alla sfera visiva, e tale è il suo valore fondamentale nel latino classico e nelle lingue romanze, nelle quali, a partire dal linguaggio musicale, ha nuovamente assunto una accezione acustica, come in suoni chiari , voce chiara ). Esempio: «mi ripigneva là dove l sol tace (Inf., I, 60). Subordinazione vedi Ipotassi. T Terzina Strofa di 3 versi (detta anche terzetto), che s incontra, per es., nel madrigale e nel sonetto . Come metro a sé (detto anche terza rima), si compone di 3 endecasillabi , di cui il 1° rima con il 3°, mentre il 2° dà la rima al 1° e al 3° della t. seguente; la serie si chiude con un verso che rima con il 2° dell ultima t. (ABA BCB YZY Z); usata per la prima volta da Dante, è detta anche t. dantesca. Topos Luogo comune, motivo ricorrente, in un opera, nella tematica di un autore o di un epoca. Plurale topoi. Trobar clus Lo stile di alcuni poeti provenzali (per es., Marcabruno e Raimbaut d Aurenga): intenzionalmente difficile ed ermetico, si esprimeva attraverso parole rare, strutture ritmiche e sintattiche complesse, raffinatezze formali e concettuali. Per estensione, l espressione è usata, talvolta, con riferimento a poeti d altra epoca, anche contemporanei, per porre in evidenza la componente ermetica della loro poesia. Trobar leu Lo stile agevole e piano di quei poeti provenzali (per es., Jaufré Rudel e Bernart de Ventadorn) che rifiutavano polemicamente le complicazioni formali del trobar clus , in nome di una poetica semplice e facilmente accessibile. Z Zeugma una figura grammaticale consistente nel far dipendere da un unico predicato due complementi o due costrutti diversi, dei quali uno solo si conviene a quel predicato. Esempio: «parlare e lagrimar vedrai insieme (Inf., XXXIII, 9). 359

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