INVITO ALL'ARTE - La Vergine e san Bernardo

I nvIto all arte La Vergine e san Bernardo Il peculiare rapporto tra san Bernardo e la Vergine che Dante descrive non è esclusivo della composizione del poeta: tra la metà del Trecento e la fine del Quattrocento, infatti, le due figure compaiono in un nutrito gruppo di dipinti fiorentini, che, pur nelle differenze di stile, ripetono la stessa iconografia, con la Vergine che appare a ispirare il santo monaco francese mentre questi è intento a scrivere allo scrittoio. Si tratta di un miracolo che non è mai citato espressamente nei testi che riguardano il santo, che pure ricordano numerosi interventi di Maria a favore del proprio devoto. Uno dei primi dipinti di questo gruppo è un polittico in tre scomparti che è stato eseguito a Firenze intorno al 1365 e che la critica attribuisce al pittore Matteo di Pacino (fig. 1). Nello scomparto centrale, in un giardino fiorito, i cui elementi vegetali descritti con minuzia contrastano con il fondo d oro ancora arcaico della tavola, Bernardo è inginocchiato in primo piano, con l abito bianco dei cistercensi, accanto a un elegante scrittoio a due ripiani; tiene in mano lo stilo e sta per scrivere sul poderoso volume appoggiato sul leggio. Improvvisamente sospende il lavoro e alza lo sguardo: di fronte a lui appare la Vergine accompagnata da due angeli che, con la mano alzata, lo benedice. Dietro un cespuglio, due monaci osservano con stupore la scena. Nel dipinto grande attenzione è data alle parole scritte: non solo si leggono quelle, in 1. Matteo di Pacino, Apparizione della Vergine a san Bernardo, 1365. Firenze, Galleria dell Accademia. 348

Antologia della Divina Commedia
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