Canto XXXIII

Empireo CANTO XXXIII o IX ciel Luogo Empireo Tempo Notte di giovedì 14 aprile 1300 Categoria di beati I beati della Candida Rosa Condizione e aspetto Seggono, come petali di una rosa, sui gradini di un anfiteatro celeste Personaggi Dante, san Bernardo, Maria, Dio [1-54] LA PREGHIERA DI SAN BERNARDO ALLA VERGINE E L INTERCESSIONE DI MARIA Bernardo rivolge a Maria una preghiera, nella quale la madre di Dio è elogiata come la più alta fra le creature, umile nobilitatrice della natura umana. Il santo la supplica di intercedere presso Dio perché Dante possa sollevare lo sguardo in alto, conservando le sue capacità razionali ed espressive, in modo da poter rivelare in Terra ciò di cui è stato testimone. Tutti i beati si uniscono alla sua supplica, tenendo le mani giunte. Maria accoglie la preghiera tenendo gli occhi fissi in quelli di san Bernardo; poi questo esorta con un cenno Dante a rivolgere lo sguardo direttamente a Dio. (Primo Mobile) divina, precisa il poeta, impedisce a chi osserva di distogliere lo sguardo, perché il bene si raccoglie tutto in essa e al di fuori ogni cosa è imperfetta. [109-126] LA SECONDA FASE DELLA VISIONE: LA TRINIT Grazie alle sue facoltà visive accresciute, Dante riesce a vedere l essenza di Dio modificarsi in tre cerchi di tre colori ma della stessa sostanza. Il primo è il Padre, che si riflette nel secondo, il Figlio, e il terzo, che arde come un fuoco, è lo Spirito Santo. Di fronte a tale visione, il poeta lamenta ancora la scarsa forza espressiva delle sue parole e invoca il lume divino. [127-138] LA TERZA FASE DELLA VISIONE: L INCARNAZIONE [55-66] L INEFFABILIT DELLA VISIONE La forza dell apparizione è tale da impedire a Dante di ricordare o esprimere in versi quanto abbia contemplato: tutte le immagini si dileguano, lasciando soltanto un profondo senso di dolcezza come avviene in chi, dopo aver sognato, non conserva in sé nulla più di una mera sensazione. [67-75] L INVOCAZIONE DEL POETA ALLA GRAZIA DIVINA Il poeta chiede che gli sia concesso sufficiente vigore poetico da riuscire a trasmettere ai posteri almeno piccoli frammenti della grandezza di Dio. [76-108] LA PRIMA FASE DELLA VISIONE: L UNIT DELL UNIVERSO Tenendo fisso lo sguardo nella luce che lo investe, Dante riesce ad addentrarsi nell essenza divina. Di questa grandiosa visione conserva non il ricordo, ma un senso di piacere: egli spiega infatti che pochi attimi gli hanno procurato un oblio più profondo di quanto venticinque secoli abbiano fatto per l impresa degli Argonauti agli occhi di Nettuno. L incontro con la luce Attilio Razzolini, Il Paradiso, 1902. 336 Il pellegrino scorge all interno del cerchio riflesso la figura umana; così, come il matematico si sforza di trovare la formula della quadratura del cerchio, cerca di comprendere il rapporto tra l immagine e l uomo. [139-145] LA FOLGORAZIONE E LA FINE DEL POEMA Le capacità di Dante non sono però all altezza della visione, così la sua mente è colpita e illuminata dal fulmine della Grazia divina, che porta oltre i limiti umani le sue facoltà cognitive. Ma ormai Dio, forza motrice degli astri, con il proprio amore fa ruotare con movimento uniforme e perfetto il desiderio e la volontà del poeta.

Antologia della Divina Commedia
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