Antologia della Divina Commedia

126 indi rispuose: «Cosc enza fusca o de la propria o de l altrui vergogna pur sentirà la tua parola brusca. [124-126] quindi rispose: «Una coscienza offuscata (fusca) o vergognosa (vergogna) delle proprie azioni o di quelle di altri (de l altrui), troverà (sentirà) certamente (pur) duro (brusca) il tuo parlare (la tua parola). 129 Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, tutta tua vis on fa manifesta; e lascia pur grattar dov è la rogna. [127-129] Ma tuttavia (nondimen), tolta (rimossa) ogni (ogne) menzogna, rendi visibile (fa manifesta) tutta la tua visione; e lascia pure grattare dove c è la rogna. 132 Ché se la voce tua sarà molesta nel primo gusto, vital nodrimento lascerà poi, quando sarà digesta. [130-132] Dal momento che (Ché) se la tua voce sarà sgradevole (molesta) al primo assaggio (gusto), lascerà poi un nutrimento (nodrimento) vitale quando sarà digerita (digesta). 135 Questo tuo grido farà come vento, che le più alte cime più percuote; e ciò non fa d onor poco argomento. [133-135] Questo tuo grido farà come il vento che scuote (percuote) maggiormente (più) le cime più alte; e questo costituisce (fa) non poco motivo (argomento) di onore. 138 Però ti son mostrate in queste rote, nel monte e ne la valle dolorosa pur l anime che son di fama note, [136-138] Perciò ti sono state mostrate in questi cieli (rote), nel monte [il Purgatorio] e nella valle della sofferenza (dolorosa) [l Inferno] solo (pur) le anime che sono celebri (note) per fama, 141 che l animo di quel ch ode, non posa né ferma fede per essempro ch aia la sua radice incognita e ascosa, [139-141] perché (che) l animo di colui che ascolta (ch ode), non si acquieta (posa) [nella sua sete di sapere] né dà fiducia (ferma fede) a esempi (per essempro) che hanno (aia) la loro radice sconosciuta (incognita) e misteriosa (ascosa), 142 né per altro argomento che non paia . [142] né ad altra argomentazione (argomento) che non sia evidente (non paia) . na (mio tesoro, non a caso poi paragonato a specchio d oro), facendosi ancora più luminoso per la gioia di rispondere a Dante, riconosce che le coscienze torbide degli uomini giudicheranno pungenti le sue parole. Dante ieri e oggi 129. e lascia pur grattar dov è la rogna: significa lascia pure che chi ha ragione di lamentarsene lo faccia . Cacciaguida esorta con forza il poeta a riferir tutto, senza timori, per portare a termine la sua missione etica e morale. Si noti la parola rogna: non c è registro linguistico che Dante ignori, dallo stile più elevato e astratto a quello più realistico e triviale; sebbene nel Paradiso prevalgano le espressioni misurate ed eleganti, in questo verso il poeta non esita a introdurre un espressione di registro greve 324 e popolaresco perché adeguata alla bassezza degli uomini contro cui si rivolge. 130-132. Ché se digesta: con queste parole Cacciaguida ribadisce la funzione della Commedia, dichiarando a chiare lettere che la missione di Dante è salvifica. La sua testimonianza eccezionale dovrà servire agli uomini per indirizzarsi verso il sommo Bene, allontanandosi dalla condizione di peccato. 133-135. Questo argomento: da questi versi emerge l ispirazione profetica del discorso di Cacciaguida, che conferisce al discendente una vera e propria investitura sacra, in modo che con la sua opera sappia smuovere con maggior forza persino le più alte cime, cioè i potenti (papi, vescovi, re, signori). Nella mentalità cortese e aristocratica che costituisce lo schema culturale di riferimento del poeta, onore e fama sono due valori saldamente congiunti e interdipendenti. 136-142. Però paia: l anima spiega perché nei regni ultraterreni sono state mostrate a Dante perlopiù le anime di persone famose: perché il lettore non crede con fermezza all esempio di un fatto o di una persona sconosciuta; per trasmettere efficacia al dettato poetico è dunque necessario fornire esempi illustri, non oscuri. Si noti come per la terza volta nel corso del canto (vv. 1921 e 112-115) venga ricapitolato il viaggio ultraterreno del poeta; ritornano alla mente anche le parole pronunciate da Dante stesso nell Epistola XIII a Cangrande della Scala: lo scopo dell opera è riscattare il genere umano dalla sua condizione di degenerazione e corruzione morale, per guidarlo verso la salvezza eterna.

Antologia della Divina Commedia
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