Antologia della Divina Commedia

78 Con lui vedrai colui che mpresso fue, nascendo, sì da questa stella forte, che notabili fier l opere sue. [76-78] Con lui vedrai quello che al momento della nascita (nascendo) fu (fue) influenzato ( mpresso) così fortemente (sì... forte) da questa stella [Marte], che le sue azioni (opere sue) diventeranno (fier) degne di essere ricordate (notabili). 81 Non se ne son le genti ancora accorte per la novella età, ché pur nove anni son queste rote intorno di lui torte; [79-81] Le genti non se ne sono ancora accorte per via della giovane (novella) età, dal momento che (ché) solo (pur) nove anni queste sfere hanno ruotato (son... torte) intorno a (di) lui [ha solo nove anni]; 84 ma pria che l Guasco l alto Arrigo inganni, parran faville de la sua virtute in non curar d argento né d affanni. [82-84] ma prima che il guascone (Guasco) inganni il nobile (alto) Arrigo, si mostreranno (parran) le faville della sua virtù (virtute) nel non curarsi né del denaro (argento) né della fatica (affanni). 87 Le sue magnificenze conosciute saranno ancora, sì che suoi nemici non ne potran tener le lingue mute. [85-87] I suoi atti di generosità (Le sue magnificenze) saranno inoltre (ancora) noti (conosciute), al punto che (sì che) i suoi nemici non potranno (non ne potran) tenere le lingue mute. 90 A lui t aspetta e a suoi benefici; per lui fia trasmutata molta gente, cambiando condizion ricchi e mendici; [88-90] Affidati (t aspetta) a lui e ai suoi benefici; grazie a lui (per lui) sarà (fia) trasformata (trasmutata) molta gente, ricchi e mendicanti (mendici) cambiando condizione; 93 e portera ne scritto ne la mente di lui, e nol dirai ; e disse cose incredibili a quei che fier presente. [91-93] da qui (ne) [dal Paradiso] porterai (portera ) scritto nella memoria (mente) di lui, e non lo (nol) riferirai ; e disse cose incredibili per coloro (a quei) che saranno (fier) presenti (presente) [quando accadranno]. 96 Poi giunse: «Figlio, queste son le chiose di quel che ti fu detto; ecco le nsidie che dietro a pochi giri son nascose. [94-96] Poi aggiunse (giunse): «Figliolo (Figlio), queste sono le spiegazioni (chiose) di quel che ti fu detto; ecco le insidie che sono in agguato (nascose) dietro a pochi giri [del Sole]. 99 Non vo però ch a tuoi vicini invidie, poscia che s infutura la tua vita via più là che l punir di lor perfidie . [97-99] Non voglio (vo ) però che tu porti rancore (invidie) ai (a ) tuoi concittadini (vicini), dal momento che (poscia che) la tua vita si proietta verso il futuro (s infutura) ben oltre (via più là) [il tempo in cui avverrà] la punizione (punir) delle loro malvagità (perfidie) . 76-84. Con lui d affanni: le tre terzine sono dedicate all elogio di Cangrande della Scala, fratello minore di Bartolomeo, ancora bambino di nove anni nel 1300, epoca del viaggio nell oltretomba. Si deve ricordare che il Paradiso fu scritto probabilmente tra il 1314 e il 1321, quando ormai gli eventi rivelati nella profezia di Cacciaguida si erano da tempo verificati. Cangrande I della Scala (1291-1329) fu signore di Verona. Figlio di Alberto I e fratello minore di Bartolomeo, fu nominato vicario imperiale di Verona da Arrigo VII nel 1311. Nel 1318 divenne capitano generale della Lega ghibellina e per questo fu nel 1320 scomunicato da Giovanni XXII. Signore di grande magnificenza, fu fautore di una vigorosa azione espansiva ai danni di 322 Padova e Vicenza. Cangrande ebbe un enorme importanza nella vita di Dante: a lui il poeta inviò la famosa Epistola XIII, dedicandogli la cantica del Paradiso. 77. questa stella: Marte, che infonde valore guerriero. 82. ma pria inganni: nel 1312 Clemente V papa di origini guascone, astuto e avido di denaro e per questo motivo disprezzato da Dante aveva favorito la discesa in Italia dell imperatore Arrigo VII, ma poi gli aveva voltato le spalle, incitando contro di lui i guelfi italiani. Enrico (o Arrigo) VII di Lussemburgo, imperatore (1274/12761313) figlio di Enrico VI, conte di Lussemburgo, e di Beatrice di Avesnes scese in Italia nel 1311 per restaurare il potere impe- riale, porre fine alle rivalità tra guelfi e ghibellini ed essere incoronato imperatore (nel 1312); l impresa però, come detto, fallì. 90. cambiando mendici: l elogio a Cangrande riecheggia vagamente il Magnificat del Vangelo di Luca (1, 52-53), pronunciato dalla Madonna: depose i potenti dai troni e innalzò gli umili; ricolmò di beni gli affamati e rimandò i ricchi a mani vuote. La parte finale della profezia, volutamente vaga, testimonia la fiducia di Dante nei confronti delle doti di Cangrande e la speranza che questo compia grandi opere anche in futuro. 94-99. Poi perfidie: dalle parole dall amato avo Dante ottiene chiarimenti su quanto gli era stato preannunciato dalle anime dei dannati e dei penitenti (chiose) e la

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