Antologia della Divina Commedia

CANTO XII Paradiso 84 Non per lo mondo, per cui mo s affanna di retro ad Ost ense e a Taddeo, ma per amor de la verace manna [82-84] Non per il mondo, per il quale (cui) ora (mo) ci si stanca (s affanna) dietro all Ostiense e a Taddeo, ma per amore della vera (verace) manna 87 in picciol tempo gran dottor si feo; tal che si mise a circ ir la vigna che tosto imbianca, se l vignaio è reo. [85-87] in breve (picciol) tempo divenne (si feo) un grande sapiente (dottor); tale che si mise a girare intorno (circ ir) alla vigna che presto (tosto) diventa bianca (imbianca) se il vignaiolo (vignaio) è cattivo (reo). 90 E a la sedia che fu già benigna più a poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, [88-90] E il seggio (sedia) [la sede papale] che un tempo fu (fu già) più benevolo (benigna) verso (a ) i poveri giusti, non a causa propria (non per lei ), ma per colpa di colui che ci siede sopra (che siede), che esce dalla retta via (traligna), 93 non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante, non decimas, quae sunt pauperum Dei, [91-93] non chiese (addimandò) [v. 94] di elargire (dispensare) ogni sei (per sei) la metà (o due) o un terzo (o tre), non la rendita (fortuna) [del beneficio ecclesiastico] per prima (di prima) senza titolare (vacante), non le decime, che sono dei poveri di Dio, 96 addimandò, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme del qual ti fascian ventiquattro piante. [94-96] ma chiese (addimandò) il permesso (licenza) di combattere contro il mondo che sbaglia (errante) per quel seme [la Fede] del quale ti circondano (fascian) ventiquattro piante. 99 Poi, con dottrina e con volere insieme, con l officio appostolico si mosse quasi torrente ch alta vena preme; [97-99] Poi, insieme con dottrina e volontà (volere), attraverso l incarico (officio) apostolico (appostolico) si mise in azione (si mosse), come (quasi) un torrente che una sorgente (vena) montana (alta) fa scaturire (preme); e ne li sterpi eretici percosse l impeto suo, più vivamente quivi dove le resistenze eran più grosse. [100-102] e il suo impeto travolse (percosse) la sterparglia ereticale (sterpi eretici), con più vigore (più vivamente) lì (quivi) dove le opposizioni (resistenze) erano più forti (grosse). 102 condo l etimologia, significa in grazia di Dio, piena di grazia . Anche gli appellativi dei genitori, quindi, come quello di Domenico, fanno parte di quella figura etimologica* che mette in stretta corrispondenza i nomi e ciò che essi indicano. 82-84. Non manna: Domenico eccelse negli studi teologici non per desiderio di beni materiali e di onore (per lo mondo), ma per un autentico amore per la sapienza (la manna, biblico nutrimento degli ebrei, vale qui come cibo spirituale ). Non si perse, dunque, dietro a iura e ad amforismi (come detto al canto XI, v. 4): gli studi di diritto canonico sono qui rappresentati da Enrico di Susa (indicato come Ost ense) maestro di questa disciplina e cardinale di Ostia mentre quelli di medicina sono indicati, per metonimia*, da Taddeo Alderotti, che fondò a Bologna una scuola. 86-87. si mise vignaio è reo: Domeni- co investì il suo sapere a favore della Chiesa, prendendosi cura di essa come un vignaiolo che gira intorno alla vite per proteggerla e farla crescere bene. Prosegue la metafora* evangelica iniziata al verso 65: la vigna è la Chiesa, il buon vignaiolo è Domenico, quello reo è il papa che, non prendendosi cura della pianta, la fa seccare. 88-96. E a la sedia piante: le tre terzine, caratterizzate dal linguaggio tipico del diritto canonico e da una sintassi estremamente complessa, sono un invettiva contro l avidità degli ecclesiastici contrapposta alla vera vocazione cristiana di san Domenico. 90. colui che siede: è il papa. 91-94. non addimandò: il verbo addimandare regge l infinito dispensare (v. 91) e i complementi oggetto: o due o tre per sei (v. 91); la prima rendita ecclesiastica disponibile (v. 92); le decime, tasse spettanti al clero (v. 93). Si osservi l anafora* di non. 95. licenza di combatter: è l approvazione, prima orale e poi scritta, della missione contro le eresie e la costituzione dell Ordine dei frati predicatori ottenute dal santo rispettivamente nel 1215 e nel 1216 per concessione degli stessi papi che avevano esaminato san Francesco: Innocenzo III e Onorio III. 95-96. per lo seme piante: il seme è la fede, da cui sono germogliate le ventiquattro piante, cioè i beati delle due corone che circondano (fascian) Dante. Ritorna con insistenza la metafora* della vegetazione. 97-102. Poi grosse: dopo che Innocenzo III gli ebbe conferito il mandato ufficiale (officio appostolico) per combattere contro le eresie, Domenico si rivolse contro le sterpaglie ereticali , cioè i focolai di eretici, agendo soprattutto in Provenza, regione dominata dai càtari. 309

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