Antologia della Divina Commedia

51 ma riconoscerai ch i son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, beata sono in la spera più tarda. [49-51] ma riconoscerai che io (ch i ) sono Piccarda, che, qui collocata (posta) con questi altri beati, sono beata nella sfera (spera) più lenta (tarda). 54 Li nostri affetti, che solo infiammati son nel piacer de lo Spirito Santo, letizian del suo ordine formati. [52-54] I nostri sentimenti (affetti), che sono ardenti (infiammati) solo in ciò che piace (nel piacer) allo Spirito Santo, gioiscono (letizian) conformati (formati) al suo ordinamento. 57 E questa sorte che par giù cotanto, però n è data, perché fuor negletti li nostri voti, e vòti in alcun canto . [55-57] E questa condizione (sorte), che sembra (par) così tanto (cotanto) bassa (giù), perciò (però) ci è data (n è data), perché furono (fuor) trascurati (negletti) i nostri voti e in qualche parte (in alcun canto) inadempiuti (vòti) . 60 Ond io a lei: «Ne mirabili aspetti vostri risplende non so che divino che vi trasmuta da primi concetti: [58-60] E allora (Ond ) io le (a lei) [risposi]: «Nei vostri meravigliosi (mirabili) sembianti (aspetti) risplende un non so che di divino che vi rende diversi (trasmuta) dalla precedente (primi) idea (concetti) [di voi]: PICCARDA DONATI PERSONAGGI Figlia di Simone Donati, sorella di Corso e Forese (vedi i canti XXIII e XXIV del Purgatorio), la giovane e devota Piccarda decise di farsi suora nel convento francescano di Monticelli presso Firenze. Per volere del fratello Corso, capo dei guelfi neri, fu rapita dal chiostro, forse nel 1285 o nel 1288, e data in moglie a Rossellino della Tosa, un nobile esponente dello stesso partito. Non sappiamo dopo quanto tempo morì, perché il verso di Dante (Par., III, v. 108) lascia intendere un periodo indeterminato; gli antichi commentatori riportano che essa passò a miglior vita appena uscita dal convento, richiamata da Dio che non avrebbe voluto che fossero infranti i suoi voti. Nel corso del suo viaggio, Dante ne aveva chiesto notizia all amico Forese che gli aveva risposto: La mia sorella, che tra bella e buona / non so qual fosse più, tr unfa lieta / ne l alto Olimpo già di sua corona (Purg., XXIV, vv. 12-15). Lorenzo Toncini, Piccarda fatta rapire dal convento, XIX secolo. 51. la spera più tarda: il cielo della Luna è quello più prossimo alla Terra, ha il minor raggio e gira più lentamente di tutti gli altri, tanto più veloci quanto più si avvicinano al Primo mobile. 52-54. Li nostri affetti formati: Piccarda (X Personaggi) risponde per prima alla seconda domanda di Dante: le anime del Paradiso ardono d amore riscaldate dalla carità dello Spirito Santo e gioiscono nell adeguarsi all ordine cosmico stabilito da 268 Dio. La beatitudine, cioè, deriva dalla perfetta compartecipazione al volere di Dio che si manifesta nell ordinamento universale. 55-57. E questa sorte canto: il grado di beatitudine di questi spiriti che trovandosi nel cielo della Luna sono i più lontani dall Empireo, e quindi quelli nella condizione più umile è loro assegnato per non aver mantenuto, del tutto o in parte, i voti presi. Si noti, al verso 57, il gioco linguistico con le due parole omografe (scritte allo stesso modo), voti / vòti, espediente tipico della retorica medievale. 58-60. Ond io concetti: la replica del poeta pone in rilievo il tema della sorprendente luce soprannaturale (non so che divino) che investe le anime del Paradiso e le trasforma rispetto alle loro immagini terrene. Piccarda aveva già accennato al fatto di essere divenuta più bella per la sua condizione di beata e quindi di essere diversa dal suo aspetto mortale (v. 48).

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