Antologia della Divina Commedia

66 Beatrice tutta ne l etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di là sù rimote. [64-66] Beatrice stava completamente assorta (tutta fissa) [rivolgendo] gli occhi nelle eterne sfere celesti (etterne rote); e io su di lei fissai (fissi) gli occhi (le luci), distolti (rimote) da lassù (di là sù). 69 Nel suo aspetto tal dentro mi fei, qual si fé Glauco nel gustar de l erba che l fé consorto in mar de li altri dèi. [67-69] Nel guardarla (Nel suo aspetto) divenni (mi fei) internamente (dentro) come (qual) divenne (si fé) Glauco nell assaggiare (nel gustar) quell erba che lo rese compagno (consorto) degli altri dèi in mare. 72 Trasumanar significar per verba non si poria; però l essemplo basti a cui esper enza grazia serba. [70-72] L elevarsi oltre la condizione umana (Trasumanar) non si potrebbe (non si poria) spiegare (significar) con le parole (per verba); e quindi (però) sia sufficiente (basti) questo esempio [di Glauco] a colui il quale (a cui) la grazia riserva (serba) l esperienza. 75 S i era sol di me quel che creasti novellamente, amor che l ciel governi, tu l sai, che col tuo lume mi levasti. [73-75] Se io ero (S i ) di me solo la parte (sol quel) che tu creasti per ultima (novellamente) lo sai solo tu, o amore che governi il cielo, che con [la forza della] tua luce mi sollevasti. 78 Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a sé mi fece atteso con l armonia che temperi e discerni, [76-78] Quando il moto rotatorio celeste (la rota) che tu, essendo desiderato (desiderato), rendi eterno (sempiterni), mi attrasse a sé (a sé mi fece atteso), con il suono armonioso (armonia) che tu accordi (temperi) e stabilisci (discerni), 81 parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso. [79-81] mi sembrò allora che una parte tanto grande del cielo (tanto... del cielo) fosse illuminata (acceso) dalla fiamma del Sole che la pioggia o un fiume non fecero mai un lago così ampio (lago... tanto disteso). 84 La novità del suono e l grande lume di lor cagion m accesero un disio mai non sentito di cotanto acume. [82-84] La straordinarietà (novità) del suono e la luce intensa mi accesero un desiderio (disio) mai sentito di tale acutezza (di cotanto acume), [di conoscere] la loro causa (lor cagion). 64-66. Beatrice rimote: Dante distoglie lo sguardo dal Sole (allegoria di Dio), di cui non può sostenere la vista, per rivolgerlo fissamente verso Beatrice (allegoria* della Teologia), intenta a sua volta a fissare le sfere celesti, in eterno movimento (etterne rote). La scienza delle cose divine è quindi ausilio indispensabile per contemplare Dio. 67-69. Nel suo aspetto altri dèi: Dante muta interiormente come accadde a Glauco, un pescatore della Beozia che, secondo il mito delle Metamorfosi di Ovidio, dopo aver mangiato un erba portentosa, si trasformò in un dio marino, al quale si attribuivano virtù profetiche. Da notare la parola consorto che, letteralmente, significa avente la stessa sorte . 70-71. Trasumanar poria: il primo 252 infinito (Trasumanar) è usato come un sostantivo; è un hapax* e, probabilmente, una parola coniata da Dante per indicare l atto di oltrepassare i limiti umani. Il secondo infinito (significar) invece è predicato insieme al verbo servile poria ( potrebbe ). 71-72. però serba: l esempio di Glauco deve essere sufficiente al lettore finché non sarà chiamato, per grazia divina, a fare esperienza diretta della beatitudine. 73-74. S i era sol levasti: traducendo quasi alla lettera Paolo di Tarso (Seconda lettera ai Corinzi, XII 3), Dante dichiara di non sapere se la sua ascesa sia avvenuta soltanto con l anima (quel che creasti novellamente), infusa da Dio nell uomo successivamente alla creazione del corpo, o con il corpo in carne e ossa. 74. amor che l ciel governi: è una pe- rifrasi* per Dio. Con questa invocazione diretta, il Signore è chiamato a testimoniare l eccezionale evento dell ascesa al cielo dell anima e del corpo del poeta. 75. lume: la luce divina è riflessa negli occhi di Dante dagli occhi di Beatrice. 76-81. Quando disteso: Dante spiega in questo passo come si sia sentito attratto (mi fece atteso) dal movimento rotatorio delle sfere per effetto dell armonia da esse prodotta sotto il governo di Dio. La rotazione (rota) dei cieli è generata dal loro perpetuo desiderio di ricongiungersi a Dio (desiderato). 82. La novità del suono: l armonia prodotta dalla rotazione delle sfere non è percepibile dalla Terra, quindi Dante ne sottolinea l eccezionalità (novità).

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