Antologia della Divina Commedia

21 Tutti dicean: Benedictus qui venis!, e fior gittando e di sopra e dintorno, Manibus, oh, date lil a plenis!. [19-21] Tutti dicevano: «Benedetto tu che vieni (Benedictus qui venis!), e gettando (gittando) fiori e sopra e intorno [al carro dicevano]: «Oh, gettate gigli a piene mani! (Manibus... date lil a plenis!). 24 Io vidi già nel cominciar del giorno la parte or ental tutta rosata, e l altro ciel di bel sereno addorno; [22-24] Io vidi già all inizio (cominciar) del giorno la parte orientale [del cielo] tutta colorata di rosa (rosata) e il resto del cielo (l altro ciel) adorno (addorno) di un bell azzurro (bel sereno); 27 e la faccia del sol nascere ombrata, sì che per temperanza di vapori l occhio la sostenea lunga f ata: [25-27] e la faccia del Sole sorgere (nascere) velata (ombrata) in maniera tale che (sì che), per l attenuazione (temperanza) [dell intensità luminosa] dei vapori, l occhio poteva sostenerla a lungo (lunga f ata): 30 così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, [28-30] allo stesso modo (così) dentro una nuvola di fiori che, gettata in alto (saliva) dalle mani angeliche ricadeva in giù dentro e fuori (fori) [dal carro], 33 sovra candido vel cinta d uliva donna m apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva. [31-33] mi apparve una donna coronata [con ramoscelli] d ulivo (cinta d uliva) sopra un candido velo, con una veste (vestita) del color della viva fiamma sotto un mantello verde. William Blake, L apparizione di Beatrice, 1825 ca. 19. Benedictus qui venis!: è la prima parte del saluto che la folla rivolge a Gesù al suo ingresso a Gerusalemme: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore . Qui è coniugato alla seconda persona singolare e si rivolge a colui che sta per arrivare; il maschile è utilizzato per assegnare al pronome un senso generico: in realtà queste parole sono indirizzate, come vedremo, a Beatrice. 21. Manibus, oh, date lil a plenis!: il verso, tratto dall Eneide di Virgilio (VI, 883), significa Gettate gigli a piene mani! . Le parole sono pronunciate da Anchise, padre 232 di Enea, per omaggiare Marcello, il nipote dell imperatore Augusto prematuramente scomparso, come Beatrice. La particella oh è stata inserita da Dante all interno del verso per trasformare l esametro latino in un endecasillabo. 22-30. Io vidi già ... di fori: Dante costruisce una grandiosa scenografia di luci e di colori per l apparizione di Beatrice: la luce dell alba, il Sole che splende irradiando attraverso la foschia dell orizzonte, la parte orientale del cielo rosata e quella ancora circostante azzurra, e intanto una pioggia di fiori che cade dall alto, gettata dagli angeli. L immagine della nuvola di fiori, in particolare, riprende quella della canzone della Vita Nuova, Donna pietosa e di novella etate (XXIII), in cui il poeta sogna Beatrice morta accompagnata da un corteo di angeli, che parean pioggia di manna. 31-33. sovra candido vel ... fiamma viva: i colori delle vesti di Beatrice rappresentano le tre virtù teologali: la Fede (il bianco), la Carità (il rosso), la Speranza (il verde). L ulivo, secondo la tradizione classica e biblica, oltre a essere simbolo di pace, è anche emblema della sapienza; non a caso era la pianta sacra a Minerva.

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