Antologia della Divina Commedia

3 Ne l ora che non può l calor d urno intepidar più l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno [1-3] Nell ora in cui il calore del giorno (d urno), vinto dal [raffreddamento della] terra e in certi periodi (talor) dal [freddo di] Saturno, non può più rendere tiepido (intepidar) il freddo della luna, 6 quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in or ente, innanzi a l alba, surger per via che poco le sta bruna , [4-6] quando i geomanti, prima dell alba, vedono sorgere nella parte orientale del cielo (in or ente) la loro Maggior Fortuna in un punto (per via) che per poco resta per lei oscuro (poco le sta bruna), 9 mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le man monche, e di colore scialba. [7-9] mi apparve in sogno una femmina balbuziente (balba), strabica (ne li occhi guercia) e storta (distorta) sui piedi, con le mani rattrappite (monche) e dal colorito pallido (di colore scialba). 12 Io la mirava; e come l sol conforta le fredde membra che la notte aggrava, così lo sguardo mio le facea scorta [10-12] Io la guardavo (mirava); e come il Sole rinfranca (conforta) le membra fredde che la notte intorpidisce (aggrava), così il mio sguardo le rendeva (facea) sciolta (scorta) 15 la lingua, e poscia tutta la drizzava in poco d ora, e lo smarrito volto, com amor vuol, così le colorava. [13-15] la lingua, e poi (poscia) in poco tempo (in poco d ora) la rendeva tutta dritta (tutta la drizzava) e, [così] come vuole Amore, le riportava il colore (le colorava) sul volto pallido (smarrito). 18 Poi ch ell avea l parlar così disciolto, cominciava a cantar sì, che con pena da lei avrei mio intento rivolto. [16-18] Dopo che (Poi ch ) lei (ell ) aveva [di nuovo] libera (disciolto) la capacità di parlare ( l parlar), cominciò a cantare in maniera tale (sì), che a stento (con pena) avrei distolto la mia attenzione (mio intento rivolto) da lei. 21 «Io son , cantava, «io son dolce serena, che marinari in mezzo mar dismago; tanto son di piacere a sentir piena! [19-21] «Io sono , cantava, «io sono una dolce sirena che i marinai incanto (dismago) in mezzo al mare; tanto sono piena di piacere da ascoltare (a sentir)! 1-3. Ne l ora ... Saturno: è il momento più freddo della giornata, quello che precede l alba; il calore del giorno si è ormai disperso e non può contrastare il gelo notturno (nel Medioevo si credeva che i raggi della luna fossero ghiacciati) né quello della terra stessa e neppure quello della stagione (ovvero l inverno, quando Saturno si mostra nel cielo). Come il IX, che segnava la fine dell Antipurgatorio, questo canto si apre con un elaborata indicazione oraria seguita dal racconto di un sogno; il terzo e ultimo sogno purgatoriale sarà poi narrato nel canto XXVII, prima dell attraversamento del fuoco e l ingresso nel Paradiso terrestre. 4. quando i geomanti ... Fortuna: i geomanti erano indovini che pronosticavano il futuro tracciando, in una sorta di trance, dei segni sulla terra; li mettevano poi in relazione con le figure astrologiche, cioè con le costellazioni. Secondo tale disciplina la figura della Maggior Fortuna era quella che si formava quando risultavano sei punti a forma di ipsilon disposti secondo una forma trapezoidale rovesciata, 206 associata alle sei stelle che si vedono quando la costellazione dell Acquario sta lasciando il campo a quella dei Pesci. Questo, nel 1300, accadeva in effetti nel periodo corrispondente al viaggio di Dante. 5-6. innanzi bruna: il fatto che il punto del cielo in cui compare la Maggior Fortuna resti per un po oscuro permette alle stelle della costellazione dell Acquario di essere visibili sullo sfondo della notte; ecco perché Dante scrive le sta bruna, cioè resta oscura per lei . Anche in questo caso, come nel canto IX, il sogno di Dante avviene prima dell alba perché presso al mattin del ver si sogna, essendo l anima maggiormente distaccata dalle cose terrene e più predisposta alla divinazione. 8-9. ne li occhi guercia ... di colore scialba: la descrizione della donna mostruosa è precisa, dettagliata (quattro sostantivi: occhi, piè, man, colore, si accompagnano ad altrettanti aggettivi: guercia, distorta, monche, scialba) e basata su parole semplici e realistiche. La stessa scelta del termine femmina ha un valore dispregiativo, contrapposto a donna. 10-15. Io la mirava ... così le colorava: la femmina balba è l allegoria* dei beni terreni, ingannevoli perché destinati a deperire e consumarsi velocemente. Secondo il misticismo medievale tali beni non avrebbero alcun valore e sarebbe facile disprezzarli, se non fosse per l illusione dell essere umano che traviato da una falsa (e materiale) concezione del bene li guarda con un desiderio tale che finisce per farli diventare attraenti. Ecco perché lo sguardo di Dante rende velocemente bella e affascinante la donna deforme che gli era apparsa nel sogno. 15. com amor vuol: tra le varie interpretazioni, la preferibile è quella che intende queste parole come è solito avvenire per effetto dell amore , alludendo al colorito roseo che tale sentimento suscita sui volti degli innamorati. 19. dolce serena: le sirene originariamente erano rappresentate come bellissime donne nella parte superiore del corpo e uccelli

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