Antologia della Divina Commedia

CANTO I Inferno 45 l ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m apparve d un leone. [43-45] il momento del giorno (l ora del tempo) e la dolce stagione; ma non al punto (non sì) che non mi facesse paura la vista di un leone che mi apparve. 48 Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l aere ne tremesse. [46-48] Questi pareva (parea) venire contro di me con la testa alta, con una fame che lo rendeva furioso (con rabbiosa fame), al punto che (sì che) pareva che l aria a causa sua (ne) tremasse. 51 Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, [49-51] E una lupa, che nella sua magrezza appariva (sembiava) carica (carca) di tutti gli appetiti (brame), e che molte genti fece vivere misere (grame), 54 questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch uscia di sua vista, ch io perdei la speranza de l altezza. [52-54] questa mi suscitò (porse) tanta angoscia (gravezza) con la paura che emanava (uscia) il suo aspetto (sua vista), che io perdetti (perdei) la speranza della vetta (altezza). 57 E qual è quei che volontieri acquista, e giugne l tempo che perder lo face, che n tutti suoi pensier piange e s attrista; [55-57] E come quello (quei) che volentieri accumula (acquista), e quando giunge il tempo che lo fa perdere (perder lo face), in tutti i suoi pensieri piange e si rattrista; 60 tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove l sol tace. [58-60] così (tal) mi rese la bestia senza pace, che, venendomi incontro, a poco a poco mi respingeva (ripigneva) là dove non c è la luce del Sole (dove l sol tace). 63 Mentre ch i rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco. [61-63] Mentre io precipitavo verso il basso (basso loco) mi si offrì davanti agli occhi colui che, per il lungo silenzio [del Sole], appariva (parea) evanescente (fioco). 45. leone: anche questo animale ha un significato allegorico: nei versi seguenti si dice che procede a testa alta; per questo motivo tutti i commentatori, a partire dagli antichi, lo hanno interpretato come il vizio della superbia. Dante-personaggio, che sta faticosamente salendo il colle della virtù, dopo l impedimento della lince-lussuria trova dunque un nuovo nemico, il leone-superbia, ossia l esagerata considerazione del proprio valore, e quindi la mancanza dell umiltà necessaria a riconoscersi peccatori, condizione fondamentale per la salvezza dell anima. 49. lupa: è la terza e più terribile belva: è sempre affamata e la sua magrezza è tale che sembra non saziare mai il proprio appetito. In senso allegorico, infatti, essa indica l avidità, lo smisurato desiderio di ricchezza, di beni terreni, di potere e di onori. 54. perdei altezza: alla vista della terza fiera Dante perde la speranza di raggiungere la cima (altezza) del colle, quindi di salvarsi. 55-57. quei che ... s attrista: ancora una similitudine*: secondo molti commentatori Dante si paragona a un avaro che gode nell accumulare denaro finché, per qualche ragione, cade in rovina; altri studiosi, invece, hanno visto nella similitudine la figura del giocatore, che è felice finché vince, ma si dispera quando perde. Allo stesso modo Dante-personaggio, che sperava di essersi salvato dalla selva-peccato arrampicandosi sul colle della virtù, è preso dall angoscia vedendo che la sua salita è impedita dalle belve. 58. sanza pace: sempre affamata. 60. sol tace: Dante ci dice che nella selva non arriva la luce del Sole utilizzando una sinestesia*, cioè impiegando un verbo proprio di una sensazione acustica ( tacere ) in riferimento a un altra sensazione fisica (la vista). Il significato dell espressione è immediato perché si basa sulla facile associazione tra l assenza di luce e l assenza di suono. 63. chi ... fioco: questo verso ha dato luogo a diverse interpretazioni, a seconda che l aggettivo fioco venga inteso in senso uditivo o visivo. Nel primo caso il personaggio che compare sarebbe fioco nel senso di privo di voce a causa del lungo silenzio. Nel secondo caso, il lungo silenzio significherebbe invece oscurità : Dante, infatti, è di nuovo in una zona buia, condizione descritta al v. 60 con la sinestesia* del suono riferito alla luce; ora, la prolungata permanenza in una zona di poca luce (dunque il lungo silenzio) rende fioca cioè evanescente, indistinta la figura che Dante ha appena scorto. Anche questa situazione narrativa va interpretata in senso allegorico: come scopriremo presto, Dante-personaggio ha incontrato Virgilio, che nel sistema allegorico della Commedia rappresenta la Ragione umana. Lottando faticosamente contro i vizi che vogliono ricacciarlo nel peccato, rivede la ragione che non aveva più utilizzato da tempo (ecco il senso allegorico del lungo silenzio) e che si rivelerà la guida capace di condurlo alla salvezza attraverso l osservazione del male. 19

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