Antologia della Divina Commedia

129 Da Pier le tegno; e dissemi ch i erri anzi ad aprir ch a tenerla serrata, pur che la gente a piedi mi s atterri . [127-129] Le ho in custodia (tegno) da [san] Pietro; e mi disse (dissemi) di sbagliare (erri) piuttosto (anzi) nell aprirla (ad aprir) [la porta] che (ch ) nel tenerla chiusa (serrata), purché la gente si prostri (s atterri) ai [miei] piedi . 132 Poi pinse l uscio a la porta sacrata, dicendo: «Intrate; ma facciovi accorti che di fuor torna chi n dietro si guata . [130-132] Poi spinse il battente (uscio) della (a la) porta sacra (sacrata), dicendo: «Entrate (Intrate), ma vi avverto (facciovi accorti) che torna fuori chi si guarda (guata) indietro ( n dietro) . 135 E quando fuor ne cardini distorti li spigoli di quella regge sacra, che di metallo son sonanti e forti, [133-135] E quando i perni (spigoli) [della porta] di quella sacra reggia (regge), che sono di ferro (metallo) forti e risonanti (sonanti) furono fatti girare (fuor distorti) sui cardini, 138 non rugghiò sì né si mostrò sì acra Tarp a, come tolto le fu il buono Metello, per che poi rimase macra. [136-138] non stridette (rugghiò) né si mostrò così ardua (acra) [da aprire] Tarpea, quando (come) le fu tolto il valente Metello, cosa per la quale (per che) rimase poi svuotata (macra). 141 Io mi rivolsi attento al primo tuono, e Te Deum laudamus mi parea udire in voce mista al dolce suono. [139-141] Io mi rivolsi attento al primo rumore (tuono) e mi sembrava (parea) di udire il Te Deum laudamus in voci miste a una dolce melodia (suono). 144 Tale imagine a punto mi rendea ciò ch io udiva, qual prender si suole quando a cantar con organi si stea, [142-144] Ciò che io udivo (udiva) mi suggeriva (rendea) una tale impressione (imagine), quale quella (qual) che si è soliti (suole) avere (prender) quando si stia (stea) cantando con l organo (con organi), 145 ch or sì or no s intendon le parole. [145] che le parole si capiscono (intendon) ora sì e ora no. 127-129. Da Pier le tegno ... mi s atterri: l angelo dichiara di aver ricevuto le chiavi da san Pietro: sono dunque quelle che Cristo aveva dato al fondatore della Chiesa così come narrato nel Vangelo di Matteo (XVI, 19). San Pietro raccomanda al custode del Purgatorio di sbagliare più per indulgenza che per intransigenza, accogliendo piuttosto un penitente che non lo merita anziché il contrario: tale indicazione vuol sottolineare la generosità della misericordia divina, della quale la Chiesa si deve fare interprete. 131-132. Intrate ... si guata: l ammonimento dell angelo che trova ispirazione sia nell episodio biblico della moglie di Lot tramutata in una statua di sale per essersi voltata a guardare Sodoma, sia in quello classico di Orfeo ed Euridice intima ai penitenti di non tornare a commettere gli stessi peccati. 133-138. E quando fuor ... rimase macra: per descrivere il solenne e fragoroso rumore prodotto dalla porta del Purgatorio quando viene aperta, Dante ricorre a un parallelo con un evento storico narrato da Lucano nella sua Pharsa- 188 lia (III, 153-168): durante la guerra civile Cesare, entrato vittorioso a Roma, si diresse alla rupe Tarpea nel Campidoglio, nel tempio di Saturno, per impossessarsi del tesoro che lo Stato romano lì conservava. Solo il tribuno Lucio Cecilio Metello gli si fece davanti per fermarlo, ma fu allontanato; a quel punto gli uomini di Cesare forzarono le porte del tempio, che furono dure da aprire ed emisero un rumore assordante. 140-145. Te Deum laudamus ... le parole: le anime dei dannati urlavano di dolore e imprecavano, quelle dei penitenti invece, sebbene sottoposti alle dure punizioni del Purgatorio, cantano inni di lode e ringraziamento al Signore, come il citato Te Deum laudamus, che è l incipit di un inno sacro di lode e ringraziamento a Dio uno e trino, risalente al V secolo. L espressione cantar con organi indica il canto corale accompagnato dall organo che, per la sovrapposizione della voce e della parte strumentale, rende talvolta difficile la comprensione delle parole stesse (ecco perché or sì or no s intendon le parole). Ezio Anichini, L angelo guardiano, inizio XX secolo.

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