Canto V

CANTO V Antipurgatorio (IV schiera) Antipurgatorio (III schiera) (VV. 85-136) Antipurgatorio (II schiera) Luogo Antipurgatorio, terza schiera Tempo Circa mezzogiorno di domenica 10 aprile 1300 Categoria di penitenti e colpa Anime negligenti morte di morte violenta Pena Devono attendere nell Antipurgatorio tanto tempo quanto vissero, correndo senza sosta lungo le pendici del monte Personaggi Dante, Virgilio, Iacopo del Cassero, Bonconte da Montefeltro, Pia de Tolomei [1-21] PARTENZA DAI NEGLIGENTI E RIMPROVERO DI VIRGILIO [85-129] INCONTRO CON BONCONTE DA MONTEFELTRO Mentre i due pellegrini si allontanano dalla schiera dei negligenti, alcune anime si accorgono che il corpo di Dante proietta un ombra sul terreno; il poeta si volge a loro, soffermandosi, ma Virgilio lo rimprovera, spronandolo a essere una torre ferma di volontà e a proseguire senza distrarsi. Un altra anima si avvicina a Dante lamentando che nessuno tra i vivi prega per lui per abbreviare il suo passaggio in Purgatorio: si tratta dello spirito di Bonconte da Montefeltro. Il poeta gli chiede come mai il suo corpo non sia mai stato trovato dopo la battaglia di Campaldino. Bonconte racconta allora che negli ultimi istanti di vita, quando ormai il sangue gli usciva dalla gola forata, si pentì dei suoi peccati invocando il nome della Madonna: tanto era bastato a fargli meritare il perdono di Dio. Un diavolo, venuto a impossessarsi della sua anima e rimasto a mani vuote, aveva sfogato la propria rabbia sul suo corpo, scatenando un violento temporale: l acqua piovana aveva trascinato il cadavere prima lungo il fiume Archiano e poi nell Arno, dove era stato ricoperto di detriti. [22-63] UN ALTRA SCHIERA DI ANIME Giunti sul nuovo gradone, i due poeti incontrano un gruppo di spiriti che procede lentamente intonando il salmo Miserere, esprimendo il pentimento per i peccati commessi. Anche questi si accorgono che Dante è vivo: interrompono quindi il loro canto e due di loro si avvicinano ai poeti chiedendo spiegazioni. Virgilio conferma che il corpo del compagno è vera carne e che potrà essere loro utile una volta tornato tra i mortali. Le due anime riferiscono quanto appreso alle altre e queste, fattesi intorno a Dante, gli rivelano di aver subìto una morte violenta e di essersi pentite solo in extremis; lo esortano dunque a comunicare ai parenti di pregare per loro. Dante non riconosce nessuno, ma invita le anime a farsi avanti. [130-136] INCONTRO CON PIA DE TOLOMEI Prende infine la parola un terzo spirito, quello di Pia (probabilmente della famiglia dei Tolomei di Siena). La donna raccomanda a Dante, quando sarà tornato nel mondo dei vivi e si sarà ristorato dopo il lungo viaggio, di pregare per lei, che fu uccisa dal marito. [64-84] COLLOQUIO CON IACOPO DEL CASSERO Si presenta dunque Iacopo del Cassero, guelfo e membro di una importante famiglia di Fano, vincitore con i fiorentini nella battaglia di Campaldino. Pregando Dante di ricordarlo alla famiglia, racconta di come i sicari di Azzo VIII d Este lo abbiano raggiunto in territorio padovano dove credeva di essere al sicuro e lo abbiano assassinato presso Oriago. Qui, impantanato tra i giunchi e la melma di una palude, ha visto delle sue vene farsi in terra laco. Dante Gabriel Rossetti, Pia de Tolomei, 1868-1880. 153

Antologia della Divina Commedia
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