Nella Commedia... e oltre

NELLA COMMEDIA... IN PRIMO PIANO La nascita del Purgatorio Nel Vangelo di Matteo (capitolo 25) Gesù prefigura quello che avverrà alla fine dei tempi, con il Giudizio universale: il Figlio di Dio dividerà le anime dei buoni e dei giusti, per i quali è previsto il Paradiso («Venite, voi, benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v è stato preparato fin dalla fondazione del mondo ), dalle anime dei malvagi, condannati all Inferno («Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno ). Dunque nel messaggio evangelico non si parla esplicitamente di un terzo regno dell aldilà dove le anime dei peccatori pentiti possano purificarsi. L esistenza del Purgatorio fu un idea che si sviluppò nella cultura cristiana nel corso dei secoli: lo stesso sostantivo Purgatorio non comparve prima della fine del XII secolo. Furono però già i Padri della Chiesa, ovvero i grandi filosofi cristiani dei primi secoli, a porsi la questione del destino della maggior parte dell umanità, perlopiù composta né da santi né da diavoli, ma da esseri umani con le loro debolezze. Commovente per esempio il passo delle Confessioni (IX, 13, 34-37) nel quale sant Agostino ripensa alla madre Monica appena scomparsa e prega Dio perché faccia espiare all anima della donna i suoi piccoli peccati per poi accoglierla in Paradiso. Gregorio Magno invece, nel IV Libro dei Dialoghi, racconta tre I VIAGGI LETTERARI storie in cui un uomo incontra l anima di un conoscente che sapeva essere morto: quest ultimo gli spiega che, dal momento che in vita fece soprattutto del bene, non è dannato, ma ha la possibilità di espiare i suoi peccati attraverso delle pene; chiede quindi al vivo di pregare per lui perché questo può accorciare il periodo della punizione purificatrice. Da qui nascono numerose leggende che si diffonderanno in Europa. Ma, come ha spiegato il grande storico Jacques Le Goff nel libro La nascita del Purgatorio, è solo con la grande ripresa economica europea dei secoli XI-XIII che si diffonde il concetto del Purgatorio. In quei secoli infatti si sviluppa un vasto ceto borghese di mercanti e imprenditori, amanti dei beni materiali e della vita, che la Chiesa non può condannare del tutto, ma ai quali deve ricordare il valore dei tesori spirituali minacciandoli appunto con le pene del Purgatorio e blandendoli con la speranza di arrivare comunque prima o poi in Paradiso. Giuseppe Bernardi, Le anime purganti, particolare, XVIII secolo. Il mito di Catone l Uticense nella letteratura latina Quando Dante decise di compiere il gesto coraggioso di scegliere il pagano, anticesariano e suicida Catone quale guardiano del Purgatorio cristiano poteva contare sul vero e proprio mito che la letteratura latina aveva costruito sulla figura dell Uticense. Già Cicerone, nel trattato De officiis (Sui doveri), aveva elogiato la ferrea determinazione di Catone e difeso le ragioni del suo gesto estremo, compiuto per non subire l umiliazione di ritrovarsi di fronte a Cesare, ormai divenuto padrone di Roma: Catone, poiché ebbe di natura una straordinaria serietà, e quella stessa rafforzò con assidua coerenza, e sempre stette saldo nel proposito fissatosi e posto in azione, dovette morire piuttosto di vedere il volto del tiranno. 138 E OLTRE Seneca il Giovane, nel De constantia sapientis (Sulla costanza del sapiente) scrive invece: Catone ci è stato proposto dagli dèi come il modello del perfetto sapiente [...] Catone lottò contro l ambizione, mostro multiforme, e contro lo smisurato desiderio di potere [...] affrontò da solo i vizi di una città corrotta, che sprofondava per la sua stessa grandezza e ritardò la rovina della Repubblica contrastandola con tutte le forze. Trascinato anche lui nella catastrofe cui aveva cercato invano di opporsi, non volle sottrarvisi; così perirono insieme due realtà impossibili da separare: Catone non sopravvisse alla libertà, né la libertà a Catone.

Antologia della Divina Commedia
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