Promessi sposi

T9 LA FUGA DI RENZO A impedirlo, insieme alla stanchezza, è l assalto delle emozioni, che scatenano nella sua mente un instancabile andare e venire di gente (r. 75). Il lettore odierno ha l impressione di un film, del quale si riavvolga la pellicola: i pensieri di Renzo vanno a ritroso, dalla recente sosta nell osteria di Gorgonzola ai tumulti del giorno prima, e di qui al matrimonio fallito. Gli unici conforti, fra tante amarezze, sono dati dal ricordo di Lucia e fra Cristoforo, evocati per sineddoche: una treccia nera e una barba bianca (rr. 82-83). Lo visita infine l immagine di Agnese, anch ella strappata alla propria casa, recandogli un altro dolore pungente. Il discorso nel frattempo scivola dall indiretto all indiretto libero (Che notte, povero Renzo! Quella che doveva esser la quinta delle sue nozze! Che stanza! Che letto matrimoniale! E dopo qual giornata!, rr. 95-97) e di qui al discorso diretto, con il quale Renzo chiude il suo esame di coscienza, proclamando la sua assoluta fiducia nel Signore (quel che Dio vuole. Lui sa quel che fa, rr. 98-99), che certo non vorrà fare tanto patire una creatura innocente come Lucia: una convinzione rimarcata dall epanalessi, figura retorica che consiste nella ripetizione immediata di una o più parole (un pezzo, un pezzo, un pezzo, r. 100). quel cielo di Lombardia Al gelo, nel dormiveglia, Renzo sente passare le ore, misurate dai rintocchi di un vicino campanile. All approssimarsi dell alba decide di uscire dalla capanna. Qui Manzoni propone uno dei più suggestivi squarci paesaggistici del romanzo, caratterizzato da un finissimo gioco di tinte pastello: la luna pallida su uno sfondo bigio ceruleo (r. 118), che a oriente si fa giallo roseo (r. 119), le nuvole all orizzonte tra l azzurro e il bruno (r. 120), orlate dalla striscia fiammeggiante del sole che sorge, infine altre nubi illuminate da mille colori senza nome (r. 123). Sono questi gli elementi di cui si compone il quadro di quel cielo di Lombardia, così bello quand è bello, così splendido, così in pace (rr. 123-124): dove, insieme alla felicissima tautologia (divenuta proverbiale), va sottolineato il riferimento finale alla serenità, che appartiene anche al personaggio in scena. Paesaggio e stato d animo ancora una volta si correlano perfettamente. Renzo traghetta Certo Renzo non ha né il tempo né la voglia di fermarsi ad ammirare l incantevole alba autunnale. Ha freddo, fame e fretta di attraversare il fiume: ciò che gli riesce grazie al fortunoso incontro con un pescatore in barca. Come nella notte degli imbrogli (f T5, p. 76) le acque favoriscono la fuga: ma questa volta a remare è uno sconosciuto, che se ne incarica per denaro e per quieto vivere. Uomo di poche parole, è indotto dai tempi difficili ad avere buoni rapporti con tutti, siano gendarmi o criminali. E chi sa a quale categoria appartiene il giovane che si è visto spuntare dalla vegetazione? Tanto più che esulta, quando apprende che la terra sull altra sponda appartiene a San Marco, cioè alla Repubblica di Venezia, dove la giustizia degli spagnoli non arriva. Meglio tacere, intascare il denaro dal passeggero, e invitarlo al silenzio con un gesto eloquente. Renzo, intanto, è finalmente in salvo. Laboratorio sul testo COMPRENDERE 1. Quali tra i seguenti ambienti attraversa Renzo durante la sua fuga verso l Adda? (sono possibili più risposte) a Campi coltivati. c Palude. e Bosco. b Campi incolti. d Macchia. f Orti. g Risaie. 2. Che cosa segnala a Renzo la vicinanza dell Adda? a La vegetazione tipicamente fluviale. c Il rumore dell acqua. b II terreno bagnato e scivoloso. d La presenza di barche tirate in secca. 111

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