I “grandi idilli” (1828-1830)

IN BREVE un aspetto del mondo esterno (un fatto, un oggetto, un elemento della natura, una persona) che viene cantato non per ciò che è oggettivamente ma per il significato e per le risonanze che assume nell animo del poeta mentre lo osserva. La natura e il paesaggio diventano così proiezione della condizione interiore del soggetto lirico, che trae da essi l occasione per fissare sulla carta le proprie sensazioni. L immaginazione, l interiorità e una poetica ispirata all indefinito caratterizzano i piccoli idilli . Una poesia più personale I piccoli idilli sono cinque: L infinito, La sera del dì di festa, Alla luna, Il sogno, La vita solitaria. Leopardi non fa più riferimento alla Storia o ai miti della tradizione classica, ma privilegia lo scorrere libero della propria immaginazione, mediante la quale esplora lo spazio dell interiorità, sperimentando un linguaggio lirico nuovo, basato sulla musicalità del verso e sulla poetica del vago e dell indefinito ( p. 23). Abbandonando la solennità delle canzoni, egli intende sviluppare una sorta di mitologia personale , che non attinge a reminiscenze culturali e letterarie, ma si alimenta grazie al ricordo, al vagheggiamento dell amore, all amarezza del disincanto, alle sensazioni che spaziano oltre il limite del conoscibile. | I GRANDI IDILLI (1828-1830) | Leopardi non scrive poesie per cinque anni, dal 1823, finché nel 1828 realizza sette grandi idilli . VIDEO I grandi idilli , il ciclo di Aspasia e gli ultimi canti di Giacomo Leopardi La pausa poetica Tra i piccoli idilli e i grandi idilli c è una parentesi quinquennale (che va dal 1823 al 1827 e che corrisponde al soggiorno a Bologna, Milano e Firenze), fatta di studi e approfondimenti filosofici: è infatti il periodo in cui Leopardi scrive gran parte delle Operette morali. In questi anni il poeta compone soltanto due liriche: la canzone Alla sua donna (1823), incentrata sul tramonto della speranza amorosa, e l epistola in versi Al conte Carlo Pepoli (1826), in cui dichiara di rinunciare alle illusioni, con il proposito di dedicarsi allo studio del «vero . Il ritorno dell ispirazione Il ritorno alla poesia avviene nel 1828 e dà origine ai sette grandi idilli , detti anche canti pisano-recanatesi : Il risorgimento (la lirica che Leopardi definì «la mia personale risurrezione alla poesia ), A Silvia, Le ricordanze, Canto notturno di un pastore errante dell Asia, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio e Il passero solitario, che nell edizione napoletana del 1835 verrà premesso dall autore ai piccoli idilli . Recanati, il chiostro della chiesa di Sant Agostino e la torre che ha ispirato il componimento Il passero solitario. 54 / GIACOMO LEOPARDI

Classe di letteratura - Giacomo Leopardi
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