T6 - La fondazione di un giornale è inutile

La fondazione di un giornale «inutile / T6 / Preambolo allo Spettatore fiorentino / Una testimonianza fuori dagli schemi / Nel 1831, mentre è a Firenze, Leopardi studia il progetto di un impresa giornalistica. Il settimanale da lui messo in cantiere avrebbe dovuto chiamarsi Lo Spettatore fiorentino . L iniziativa non andrà a buon fine, naufragando prima ancora di iniziare (probabilmente per l opposizione governativa), ma riveste una certa importanza nel sottolineare il bisogno del poeta di confrontarsi con le ragioni del mondo intellettuale a lui contemporaneo. Qui riportiamo un passo tratto dal Preambolo, nel quale l autore, nei panni del giornalista, delinea lo scopo della pubblicazione. 5 10 15 20 Se la natura del nostro Giornale è difficile a definire, non così lo scopo. In questo non v è misteri. Noi non miriamo né all aumento dell industria, né al miglioramento degli ordini sociali, né al perfezionamento dell uomo. Non intendiamo di essere né coronati né lapidati. Confessiamo schiettamente che il nostro Giornale non avrà nessuna utilità. E crediamo ragionevole che in un secolo in cui tutti i libri, tutti i pezzi di carta stampata, tutti i fogliolini di visita sono utili, venga fuori finalmente un Giornale che faccia professione1 d essere inutile [ ]. Il nostro scopo dunque non è giovare al mondo, ma dilettare quei pochi che leggeranno. Lasciamo stare che lo scopo finale d ogni cosa utile essendo il piacere, il quale poi all ultimo si ottiene rarissime volte, la nostra privata opinione è che il dilettevole sia più utile che l utile. Noi abbiamo torto certamente, poiché il secolo crede il contrario. Ma in fine se nel gravissimo secolo decimonono, che fin qui non è il più felice di cui s abbia memoria, v è ancora di quelli che vogliono leggere per diletto, e per avere dalla lettura qualche piccola consolazione a grandi calamità, questi tali sottoscrivano alla nostra impresa. [ ] Benché proponghiamo2 di ridere molto, ci serbiamo però intera la facoltà di parlar sul serio: il che faremo forse altrettanto spesso, ma sempre ad oggetto e in maniera di dover dilettare, anco se si desse il caso di far piangere. Perché, per confessare il vero, l inclinazione nostra sarebbe piuttosto di piangere che di ridere. Ma per non annoiare gli altri, ci attenghiamo3 a questo più che a quello, considerando che se il riso par che sia poco fortunato in questo secolo, il pianto fu e sarà sfortunatissimo in tutti i secoli. 1 faccia professione: manifesti pubblicamente. 2 proponghiamo: proponiamo. 3 attenghiamo: atteniamo. DENTRO IL TESTO Una voce stonata nel coro I contenuti tematici Il programma pensato da Leopardi per il suo giornale evidenzia chiaramente la posizione di radicale dissenso ideologico, da lui assunta rispetto al contemporaneo dibattito delle idee. La contrapposizione con il secolo (r. 5) in cui ogni gazzetta e quindi ogni intellettuale pretendono di cambiare il mondo giovando al suo benessere è ironica, ma decisa e inequivocabile. Tuttavia, benché non intenda unirsi al coro di quanti mirano al perfezionamento dell uomo (r. 3), il poeta non ha scelto la facile strada della diserzione intellettuale: egli infatti non abdica rinunciando alla scena della Storia, ma al contrario intende misurarsi con 48 / GIACOMO LEOPARDI

Classe di letteratura - Giacomo Leopardi
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