Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

filosofi che sostengono tesi opposte. Per Porfirio il suicidio è una legittima soluzione all infelicità, mentre di parere opposto è Plotino, che vuol dissuadere l amico dal suo proposito. Non è una particolare situazione di difficoltà che conduce Porfirio a pensare al suicidio, ma la vanità di tutte le cose: sia il piacere sia il dolore sono accidenti passeggeri, ciò che invece permea in modo costante la vita è il tedio, la noia. Egli analizza con lucidità inesorabile lo stato umano e smonta le credenze sulla vita ultraterrena. In particolare prende in considerazione alcuni insegnamenti attribuiti a Platone (attribuzione che poi lui stesso mette in dubbio) che avrebbero lo scopo, utile più alla società che non all individuo, di scoraggiare dall agire contro gli altri per timore di pene e di calamità future (r. 64). Porfirio mette in dubbio che questo risultato sia ottenibile, in quanto ritiene che il timore della punizione dopo la morte sia efficace solo per gli spiriti deboli e influenzabili. Ma soprattutto sostiene che la prospettiva di una vita ultraterrena accresca l infelicità dell uomo, in quanto gli rende più incerto e difficile affidarsi alla morte, l unico rimedio che la natura nemica gli ha concesso per porre fine ai suoi mali. Crudele è dunque trattenere dal suicidio, proponendo un immagine incerta e dubbiosa della morte che potrebbe portare a una sofferenza eterna. Sotto la critica del platonismo si individua la polemica leopardiana contro il cattolicesimo e il progressismo liberale, che si illudono e illudono gli uomini con le idee della beatitudine eterna e di un progresso indefinito. L amor proprio e l orrore della morte Ai ragionamenti di Porfirio, Plotino si oppone suggerendo di osservare la natura e le sue leggi, che rischierebbero il sovvertimento se il principio di distruzione dovesse prevalere su quello di conservazione. Per questo esistono l amor proprio, che fa tendere tutti i viventi al mantenimento della vita, e l orrore della morte, che agisce nelle bestie e negli esseri viventi in armonia con la natura, come le popolazioni primitive, non ancora alterate e corrotte (r. 139) dalla civiltà e dalla ragione, mentre gli uomini inciviliti (r. 142), cioè i moderni, desiderano spesso la morte. Mentre Plotino non crede che sia lecito uccidersi, cioè fare qualcosa contro natura (r. 131), Porfirio sostiene che la natura ha sì insegnato all uomo l amore per sé stesso, ma anche l odio per l infelicità, che la modernità ha accresciuto, allontanando l umanità da quella benefica vicinanza alla natura che caratterizzava le epoche primitive. La solidarietà e il valore degli affetti Tuttavia, secondo Plotino, una parte dell uomo antico (r. 167) sopravvive ancora in quello moderno. Proprio questa superstite natura primitiva (rr. 158-159) è meno nemica dell uomo di quanto non sia l intelletto che svela le illusioni e i mascheramenti dell infelicità. Grazie a essa si può lasciare spazio al senso dell animo (r. 182), vale a dire a un sentimento interiore che va oltre la ragione, la limita senza tuttavia negarla. Si tratta di una tesi che Leopardi sposa non rinnegando quella di Porfirio; il suo pessimismo cosmico non viene confutato, ma al di là della logica ferrea della ragione affiora una prospettiva etica, grazie alla quale è possibile legittimare un altro argomento, non razionale bensì affettivo: il rapporto dell individuo con l altro da sé. A chi si uccide non può essere ovviamente rimproverata inconsapevolezza del proprio stato; può essergli però addebitato quell eccessivo amore di se medesimo (r. 212), che gli impedisce di considerare quanto dolore infligga ai propri cari con la scelta di una separazione prematura e intenzionale. Le argomentazioni finali di Plotino possono così fare appello alle qualità che Porfirio ha fin qui dimostrato: se è un uomo saggio e forte, può ben sopportare la vita. Conta di più il valore dell amicizia, mentre sarebbe un abuso barbaro e crudele e un atto di egoismo scegliere una soluzione estrema, causando ulteriore sofferenza che è in Il filosofo Plotino in una miniatura medievale. 160 / GIACOMO LEOPARDI

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