Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

85 90 95 100 105 Il fior degli anni, se bene è il meglio della vita, è cosa pur misera. Non per tanto,56 anche questo povero bene manca in sì piccolo tempo, che quando il vivente a57 più segni si avvede della declinazione58 del proprio essere, appena ne ha sperimentato la perfezione, né potuto sentire e conoscere pienamente le sue proprie forze, che già scemano.59 In qualunque genere di creature mortali, la massima parte del vivere è un appassire. Tanto in ogni opera sua la natura è intenta e indirizzata alla morte: poiché non per altra cagione la vecchiezza prevale sì manifestamente, e di sì gran lunga, nella vita e nel mondo. Ogni parte dell universo si affretta infaticabilmente alla morte, con sollecitudine e celerità mirabile. Solo l universo medesimo apparisce60 immune dallo scadere e languire: perocché se nell autunno e nel verno61 si dimostra quasi infermo e vecchio, nondimeno sempre alla stagione nuova ringiovanisce. Ma siccome62 i mortali, se bene in sul primo tempo di ciascun giorno racquistano alcuna parte di giovanezza, pure invecchiano tutto dì,63 e finalmente64 si estinguono; così l universo, benché nel principio degli anni ringiovanisca, nondimeno continuamente invecchia. Tempo verrà, che esso universo, e la natura medesima, sarà spenta. E nel modo che di grandissimi regni ed imperi umani, e loro maravigliosi moti,65 che furono famosissimi in altre età, non resta oggi segno né fama alcuna; parimente del mondo intero, e delle infinite vicende e calamità delle cose create, non rimarrà pure un vestigio;66 ma un silenzio nudo, e una quiete altissima, empieranno lo spazio immenso. Così questo arcano67 mirabile e spaventoso dell esistenza universale, innanzi di essere dichiarato né inteso,68 si dileguerà e perderassi.69 56 non per tanto: tuttavia. 57 a: da. 58 della declinazione: del decadimento. 59 scemano: diminuiscono. 60 apparisce: appare. 61 verno: inverno. 62 siccome: come. 63 tutto dì: di continuo. 64 finalmente: alla fine. 65 moti: avvenimenti. 66 un vestigio: una traccia. 67 arcano: mistero. 68 innanzi di essere dichiarato né inte- so: prima di essere spiegato e compreso. 69 perderassi: si perderà. DENTRO IL TESTO Un meccanismo letterario tradizionale: il manoscritto ritrovato Il messaggio del gallo I contenuti tematici Per esprimere la propria visione della vita e dell universo, Leopardi ricorre alla finzione romanzesca del manoscritto ritrovato, affermando di aver letto una misteriosa pergame na in un oscura lingua ebraica, tra caldea, targumica, rabbinica, cabalistica e talmudica (rr. 78), e averla tradotta e riscritta in lingua italiana. Tale invenzione è assai frequente in letteratura: dal vescovo Turpino, mitico cantore citato nei poemi cavallereschi italiani di Pulci, Boiardo e Ariosto, fino agli anonimi ispiratori del Don Chisciotte di Cervantes e dei Promessi sposi di Manzoni, questo artificio narrativo consente all autore reale di attribui re ad altri l origine della propria opera, e poco importa se il lettore ne diffida e non ci cre de. L effetto che ne consegue è sempre straniante, poiché si ha l impressione che quanto riportato non rientri nella volontà di chi scrive, che così distanzia sé stesso da quanto af ferma e apparentemente si libera di ogni coinvolgimento personale. Nell eliminare ogni traccia di soggettività e dare una veste mitica alle affermazioni con tenute nell operetta, Leopardi sceglie un osservatore remoto e inquietante, estraneo alle passioni degli uomini e perciò spietato analista e fine giudice delle loro abitudini. Nel suo monologo profetico, un gigantesco gallo si rivolge da subito direttamente ai viventi, in vitandoli a svegliarsi (Su, mortali, destatevi, r. 21). E, fin qui, nulla di anomalo: il gallo, che nelle religioni antiche è simbolo della rinascita, creatura sacra al dio solare Apollo, svol 150 / GIACOMO LEOPARDI

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