Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

70 75 80 85 90 95 100 105 do non patire. E a questa deliberazione fui mosso anche da un pensiero che mi nacque,32 che forse tu non avessi destinato al genere umano se non solo un clima della terra (come tu hai fatto a ciascuno degli altri generi degli animali, e di quei delle piante), e certi tali luoghi; fuori dei quali gli uomini non potessero prosperare né vivere senza difficoltà e miseria; da dover essere imputate, non a te, ma solo a essi medesimi, quando eglino avessero disprezzati e trapassati i termini33 che fossero prescritti per le tue leggi alle abitazioni umane. Quasi tutto il mondo ho cercato, e fatta esperienza di quasi tutti i paesi; sempre osservando il mio proposito, di non dar molestia alle altre creature, se non il meno che io potessi, e di procurare la sola tranquillità della vita. Ma io sono stato arso dal caldo fra i tropici, rappreso34 dal freddo verso i poli, afflitto nei climi temperati dall incostanza dell aria, infestato dalle commozioni degli elementi35 in ogni dove. Più luoghi ho veduto, nei quali non passa un dì senza temporale: che è quanto dire che tu dai ciascun giorno un assalto e una battaglia formata36 a quegli abitanti, non rei37 verso te di nessun ingiuria. In altri luoghi la serenità ordinaria del cielo è compensata dalla frequenza dei terremoti, dalla moltitudine e dalla furia dei vulcani, dal ribollimento sotterraneo di tutto il paese. Venti e turbini smoderati regnano nelle parti e nelle stagioni tranquille dagli altri furori dell aria. Tal volta io mi ho sentito crollare il tetto in sul capo pel gran carico della neve, tal altra, per l abbondanza delle piogge la stessa terra, fendendosi, mi si è dileguata di sotto ai piedi; alcune volte mi è bisognato fuggire a tutta lena38 dai fiumi, che m inseguivano, come fossi colpevole verso loro di qualche ingiuria. Molte bestie salvatiche, non provocate da me con una menoma offesa, mi hanno voluto divorare; molti serpenti avvelenarmi; in diversi luoghi è mancato poco che gl insetti volanti non mi abbiano consumato infino alle ossa. Lascio i pericoli giornalieri, sempre imminenti all uomo, e infiniti di numero; tanto che un filosofo antico39 non trova contro al timore, altro rimedio più valevole della considerazione che ogni cosa è da temere. Né le infermità mi hanno perdonato; con tutto che io fossi, come sono ancora, non dico temperante, ma continente40 dei piaceri del corpo. Io soglio prendere non piccola ammirazione41 considerando come tu ci abbi infuso tanta e sì ferma e insaziabile avidità del piacere; disgiunta dal quale la nostra vita, come priva di ciò che ella desidera naturalmente, è cosa imperfetta: e da altra parte abbi ordinato che l uso di esso piacere sia quasi di tutte le cose umane la più nociva alle forze e alla sanità del corpo, la più calamitosa negli effetti in quanto a ciascheduna persona, e la più contraria alla durabilità della stessa vita. Ma in qualunque modo, astenendomi quasi sempre e totalmente da ogni diletto, io non ho potuto fare di non incorrere in molte e diverse malattie: delle quali alcune mi hanno posto in pericolo della morte; altre di perdere l uso di qualche membro, o di condurre perpetuamente una vita più misera che la passata; e tutte per più giorni o mesi mi hanno oppresso il corpo 32 un pensiero che mi nacque: Leopardi fa riferimento a un pensiero annotato nel lo Zibaldone il 17 aprile 1824. Il poeta os serva come la natura abbia destinato agli animali un ambiente particolare e specifi co, dove le condizioni sono più favorevoli alla loro esistenza; quindi si chiede perché questo non dovrebbe valere anche per gli uomini: «Ora perché questi argomenti sa 142 / GIACOMO LEOPARDI ranno invalidi nell uomo solo? . 33 termini: confini, limiti. 34 rappreso: congelato. 35 commozioni degli elementi: perturba zioni atmosferiche. 36 battaglia formata: una vera e propria battaglia. 37 rei: colpevoli. 38 a tutta lena: a gran velocità, d urgenza. 39 un filosofo antico: Leopardi riprende l af fermazione del filosofo latino Seneca: «Se non volete temere nulla, pensate che tutto è da temere (Naturales quaestiones, VI, 2). 40 non dico continente: non solo mo derato, ma del tutto astenendomi dalla ri cerca dei piaceri. 41 Io soglio ammirazione: io mi mera viglio grandemente.

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