PALESTRA DI SCRITTURA

PALESTRA DI SCRITTURA

All’Italia

Canti, 1

Questa canzone, composta nel settembre 1818, apre i Canti. Appartiene alle Canzoni civili e come altri componimenti di tale sezione (Sopra il monumento di DanteAd Angelo Mai) affronta tematiche patriottiche. In questo caso Leopardi deplora la situazione dell’Italia del suo tempo, per poi passare, nella seconda parte della poesia, a parlare dell’antica Grecia e dell’eroico sacrificio delle Termopili, dando voce al poeta lirico Simonide di Ceo.

O patria mia, vedo le mura e gli archi
e le colonne e i simulacri e l’erme
torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo,
5      non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
i nostri padri antichi. Or fatta inerme,
nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
10    formosissima donna! Io chiedo al cielo
e al mondo: dite dite;
chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
che di catene ha carche ambe le braccia;
sì che sparte le chiome e senza velo
15    siede in terra negletta e sconsolata,
nascondendo la faccia
tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
le genti a vincer nata
20    e nella fausta sorte e nella ria.

Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
mai non potrebbe il pianto
adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
che fosti donna, or sei povera ancella.
25    Chi di te parla o scrive,
che, rimembrando il tuo passato vanto,
non dica: già fu grande, or non è quella?
Perché, perché? dov’è la forza antica,
dove l’armi e il valore e la costanza?
30    chi ti discinse il brando?
chi ti tradì? qual arte o qual fatica
o qual tanta possanza
valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
come cadesti o quando
35    da tanta altezza in così basso loco?
nessun pugna per te? non ti difende
nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo
combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
40    agl’italici petti il sangue mio.
Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi
e di carri e di voci e di timballi:
in estranie contrade
pugnano i tuoi figliuoli.
45    Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
un fluttuar di fanti e di cavalli,
e fumo e polve, e luccicar di spade
come tra nebbia lampi.
Né ti conforti? e i tremebondi lumi
50    piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
l’itala gioventude? O numi, o numi:
pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
55    non per li patrii lidi e per la pia
consorte e i figli cari,
ma da nemici altrui,
per altra gente, e non può dir morendo:
alma terra natia,
60    la vita che mi desti ecco ti rendo.
Oh venturose e care e benedette
l’antiche età, che a morte
per la patria correan le genti a squadre;
e voi sempre onorate e gloriose,
65    o tessaliche strette,
dove la Persia e il fato assai men forte
fu di poch’alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l’onda
e le montagne vostre al passeggere
70    con indistinta voce
narrin siccome tutta quella sponda
coprìr le invitte schiere
de’ corpi ch’alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
75    Serse per l’Ellesponto si fuggia,
fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
e sul colle d’Antela, ove morendo
si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
80    guardando l’etra e la marina e il suolo.

E di lacrime sparso ambe le guance,
e il petto ansante, e vacillante il piede,
toglieasi in man la lira:
beatissimi voi,
85    ch’offriste il petto alle nemiche lance
per amor di costei ch’al Sol vi diede;
voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell’armi e ne’ perigli
qual tanto amor le giovanette menti,
90    qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
l’ora estrema vi parve, onde ridenti
correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch’a danza e non a morte andasse
95    ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
ma v’attendea lo scuro
Tartaro, e l’onda morta;
né le spose vi foro o i figli accanto
quando su l’aspro lito
100 senza baci moriste e senza pianto.
Ma non senza de’ Persi orrida pena
ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
or salta a quello in tergo e sì gli scava
105 con le zanne la schiena,
or questo fianco addenta or quella coscia;
tal fra le Perse torme infuriava
l’ira de’ greci petti e la virtute.
Ve’ cavalli supini e cavalieri;
110 vedi intralciare ai vinti
la fuga i carri e le tende cadute,
e correr fra’ primieri
pallido e scapigliato esso tiranno;
ve’ come infusi e tinti
115 del barbarico sangue i greci eroi,
cagione ai Persi d’infinito affanno,
a poco a poco vinti dalle piaghe,
l’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva:
beatissimi voi
120 mentre nel mondo si favelli o scriva.

Prima divelte, in mar precipitando,
spente nell’imo strideran le stelle,
che la memoria e il vostro
amor trascorra o scemi.
125 La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando
verran le madri ai parvoli le belle
orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
o benedetti, al suolo,
e bacio questi sassi e queste zolle,
130 che fien lodate e chiare eternamente
dall’uno all’altro polo.
Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
fosse del sangue mio quest’alma terra.
Che se il fato è diverso, e non consente
135 ch’io per la Grecia i moribondi lumi
chiuda prostrato in guerra,
così la vereconda
fama del vostro vate appo i futuri
possa, volendo i numi,
140 tanto durar quanto la vostra duri.

 >> pagina 177 

COMPRENSIONE E ANALISI

1 Fai la parafrasi della prima strofa.


2 Come viene raffigurata l’Italia? Con quale intento da parte del poeta, secondo te?


3 Perché nella terza strofa il poeta commisera i giovani italiani suoi contemporanei?


4 Chi parla a partire dal v. 84? Quale valore celebra? Esponi in sintesi il suo discorso.


5 Che rapporto intercorre tra l’Italia del tempo di Leopardi e l’antica Grecia?


6 Nella seconda strofa Leopardi impiega numerose interrogative dirette. Qual è la loro funzione espressiva?


7 Descrivi brevemente il lessico della poesia con opportuni esempi.


8 In questa poesia è presente la dimensione autobiografica che caratterizza gli idilli? Motiva la tua risposta.

INTERPRETAZIONE E COMMENTO

Tenendo in considerazione l’analisi sopra condotta, scrivi un commento che illustri il significato del componimento, focalizzando l’attenzione in particolare sul motivo patriottico all’interno della poetica e del pensiero leopardiani. Allarga quindi lo sguardo a considerare altri poeti e scrittori che nel corso dei secoli hanno dedicato testi all’Italia e alla sua storia travagliata. Redigi in proposito un testo di circa 2 facciate di foglio protocollo.

Classe di letteratura - Giacomo Leopardi
Classe di letteratura - Giacomo Leopardi