Classe di letteratura - volume 3B

Prove sul modello INVALSI Saggi critici PROVA 2 STORIA, PAESAGGIO E VITA IN PASOLINI Francesca Sanvitale, In lotta contro l angelo, Il Messaggero , 6 dicembre 1984 In occasione di un convegno su Pier Paolo Pasolini tenutosi a Parigi nel 1984, la scrittrice Francesca Sanvitale (1928-2011) ha elaborato un intervento sul ruolo del paesaggio nell opera dello scrittore friulano. Nel brano viene sottolineata l importanza rivestita dal paesaggio nel definire l evoluzione dell ispirazione di uno degli artisti più eclettici del XX secolo. 5 10 15 20 25 30 35 La qualità intellettuale di Pasolini aveva permesso che la sua cultura decadentista, quindi europea (cultura anche come passione, gioia, discussione), fosse subito messa a confronto e poi resa omogenea al suo essere italiano, radicato nel paese del quale voleva condividere in ogni momento Storia e Paesaggio. Per niente provinciale, persino agli esordi, nel suo amore per il Friuli, nell essere cosciente di un appartenenza. Sentiva nemici della poesia, dell arte e dei sentimenti il provincialismo, che si maschera di cosmopolitismo, e la sua grama fioritura, lo snobismo. Anzi: essi pretendono di agire in un assenza di paesaggio e allignano là dove la memoria storica si sospende e una degradata quotidianità, a qualsiasi livello sociale, nega l etica o il giudizio civile o la poesia. Per Pasolini Storia , Paesaggio e vita non si separano mai, però si modificano nel fondersi e contrapporsi; seguono i nuovi modi di sperimentare l arte. Egli spiegherà, per esempio, che lo sguardo del letterato sul paesaggio ritaglia dalla realtà ciò che lo emoziona, e lo sguardo del regista accetta la realtà com è. Di conseguenza i segni del sistema verbale sono simbolici, mentre i segni del sistema cinematografico sono le cose stesse nella loro materialità. Sappiamo che l indignazione civile spinse Pasolini ad abiurare1 al mondo rappresentato nella Trilogia della vita (Il Decamerone, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte) [ per] Salò, ambiente concentrazionario della degradazione dei corpi, del terrore, dello strazio, della non-storia, della non-etica, della non-anima. Per Pasolini è un ambiente omologo alla realtà, anzi al fondo nascosto di questa ultima realtà mascherata, non-paesaggio. Ai primordi del mondo, in quella zona magica e lontana, si formarono i miti, per quanto riguarda lo spirito e la memoria dei popoli; e là, in quella zona altrettanto sconosciuta e radicata in noi stessi, si formano i sogni. Mito e sogno: tracce semantiche di realtà passate e preziosi reperti necessari al viaggio nella Storia e nella Coscienza. Nasce da queste due matrici la poesia pasoliniana: Poesia a Casarsa, L usignuolo della Chiesa cattolica, Tal cour di un fruit, La meglio gioventù. E i racconti pubblicati postumi: Atti impuri e Amado mio. La realtà del Friuli, del mondo contadino e della campagna, si fonde con la realtà della giovinezza e della vocazione artistica. Pasolini dipinge anche e disegna: paesaggi, impressioni, ritratti. Sono tracce di questo stato felice, di una vita dentro e con la natura e i suoi colori. Quasi un muoversi post-embrionale, di feto che cresce, di essere che nasce, stupito di sentire e vedere la realtà. Nel mondo di Casarsa i drammi che si svolgono, gli amori, le morti, hanno la grandezza della tragedia o la semplicità arcadica dell idillio. Ma questo mondo è anche un presente vissuto in prima persona, ogni giorno con i propri sentimenti cangianti: «In quel- 1 abiurare: rinunciare. 860 / LA COMPETENZA DI LETTURA

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi