Samuel Beckett

IN BREVE Samuel Beckett | LA VITA | Samuel Beckett nasce a Dublino, in Irlanda, nel 1906 da una famiglia di religione protestante. Dopo essersi laureato nella città natale in Lingue e letterature romanze con una tesi su Proust, nel 1928 si trasferisce a Parigi dove diventa amico di James Joyce. Viaggia molto in tutta Europa svolgendo svariati mestieri fino al 1937, quando fissa definitivamente il proprio domicilio nella capitale francese che lascia solo per pochi mesi durante la Seconda guerra mondiale per sfuggire alla polizia segreta tedesca. Nel 1969 gli viene conferito il premio Nobel per la Letteratura. Muore a Parigi nel 1989. Samuel Beckett (a sinistra) durante le prove di Aspettando Godot allo SchillerTheater di Berlino nel 1975. | LE OPERE | Due vagabondi sono i protagonisti di Aspettando Godot, opera simbolo del teatro dell assurdo . Mentre aspettano invano uno sconosciuto personaggio, i due intrattengono dialoghi assurdi e insensati. Beckett porta così sulla scena il vuoto e il non senso dell esistenza umana. Aspettando Godot e il significato dell assurdità Dopo aver esordito con alcuni testi narrativi e poetici in lingua inglese, Beckett decide di scrivere in francese a partire dal 1945. La scoperta del teatro matura tardi, ma coincide con la scrittura del capolavoro a cui è maggiormente legato il suo nome: Aspettando Godot (1952). Decisiva si rivela soprattutto la prima messa in scena, avvenuta a Parigi nel 1953, quando il pubblico assiste per la prima volta a una rappresentazione che dissolve completamente gli elementi fondamentali del teatro occidentale. Protagonisti dei due atti che compongono il dramma sono due strampalati vagabondi, Vladimiro ed Estragone, che aspettano un misterioso individuo, di nome Godot, il quale ha promesso di prendersi cura di loro. Durante l attesa i due intrattengono un dialogo irrazionale su vari argomenti slegati tra loro, inanellando concetti astrusi e riferimenti del tutto dissennati, senza che dalle loro parole sia possibile ricavare una logica argomentativa. Le uniche certezze sono la loro immobilità e l inutilità della loro attesa, metafora impietosa del vuoto che regna nell esistenza degli individui. Nelle battute dei due protagonisti, si intrecciano così componenti tragiche e comiche, che rivelano la cifra, grottesca e amara al tempo stesso, della vita umana: il non senso. In tal modo, il teatro dell assurdo di Beckett rivela la convenzionalità e il carattere fittizio del teatro borghese tradizionale: la condizione più autentica del vivere umano non può che essere simbolicamente incarnata dall incomunicabilità che domina nelle relazioni sociali e dalla perdita di significato delle parole. Una società corrotta e svilita e l infelicità umana fanno da sfondo all intera produzione di Beckett, che mette in scena tutta la tragicità dell epoca contemporanea. La paralisi della vita umana La riflessione sul nulla che incombe sulla vita caratterizza anche la restante produzione di Beckett, tutta incentrata sull infelicità, sulle sofferenze e sulla desertificazione dei rapporti umani all interno di una società sempre più degradata. In opere come Finale di partita (1957) e Giorni felici (1961), sullo sfondo di ambienti spogli e nella totale paralisi dell azione, i protagonisti si abbandonano a monologhi concitati, a battute banali, a dialoghi rinsecchiti ormai prossimi al silenzio o a fiumi di parole e concetti inutili. Nessun riscatto, civile, morale o ideologico, sembra possibile: per Beckett l unica ricerca plausibile è quella che conduce gli uomini alla lucida consapevolezza di una inevitabile, imminente catastrofe. 836 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi