Il dramma borghese

IN BREVE VIDEO Il teatro del Novecento Il dramma borghese Storie di tutti i giorni Nel corso dell Ottocento, e sempre di più verso la fine del secolo, si sviluppa una nuova forma drammatica, che si allontana dalla fisionomia tradizionale della commedia e della tragedia, proponendo agli spettatori contenuti, toni e atmosfere diversi. Il rinnovamento delle scenografie descrive bene questo mutamento: la rappresentazione degli eventi non immerge più lo spettatore in paesaggi esotici o biblici, in ambienti storici, tra regge, corti e castelli (si pensi agli affreschi epico-lirici dei soggetti del teatro di un Manzoni o di un Hugo), ma al contrario tende a farsi la più realistica possibile, per accentuare la sensazione che ciò che viene messo in scena riguardi la vita di tutti. L interesse del teatro non è più infatti quello di narrare eventi straordinari, destini ineluttabili e valori assoluti, ma quello di evidenziare i problemi concreti e ordinari che gli esseri umani si trovano ad affrontare all interno della società. Non a caso a questo tipo di produzione viene data l etichetta di dramma borghese proprio perché l ambientazione è quella quotidiana e domestica (il salotto, per esempio) dove si svolge l esistenza privata delle famiglie della classe media, che vedono così rispecchiati sulla scena i propri costumi e le proprie inquietudini. Con disillusione e sguardo pessimistico il teatro rappresenta vicende quotidiane. I personaggi sono dei vinti, preoccupati soltanto della propria immagine sociale. Un amaro pessimismo Le situazioni e le vicende rappresentate rientrano in un orizzonte del tutto privo di slanci eroici e fatti eccezionali: domina anzi un atmosfera di grigia routine, che mette bene in risalto la ristrettezza di vedute e la povertà culturale che spesso caratterizzavano la mentalità della borghesia in ascesa in quei decenni. Crisi coniugali, relazioni familiari dominate da interessi meschini e formalismi ipocriti, rapporti tra genitori e figli sempre più minacciati da incomprensioni e incomunicabilità, improvvise difficoltà economiche che alterano un benessere precario, un profondo disagio esistenziale che si insinua nella psiche dell individuo: queste le tematiche più ricorrenti, affrontate con uno sguardo amaro e pessimistico. Di conseguenza anche le caratteristiche individuali dei personaggi mutano sensibilmente: archiviate le azioni esemplari degli eroi che popolavano il teatro tragico, ora vediamo muoversi sulla scena figure di inetti e di sconfitti, che si dibattono tra verità e menzogna, sogno e realtà, desiderio di fuga e conformismo, ossessionati dalla tutela della propria reputazione sociale. Allo stesso tempo, diventa centrale il ruolo della donna, divisa tra la condizione di moglie e madre, imposta dalla mentalità tradizionale, e la volontà di reagire alle convenzioni sociali e di reclamare libertà ed emancipazione. I nuovi testi teatrali sono scritti in prosa. La parola prevale sull azione: i personaggi dialogano molto più di quanto agiscono. Il teatro di parola La tendenza a riprodurre più fedelmente la realtà si accompagna inoltre a significative innovazioni formali: si passa dalla prevalente scrittura in versi (ancora adottata all inizio del Novecento da d Annunzio, per esempio) a quella in prosa, più adatta a rendere con efficacia scene caratterizzate non certo dallo sviluppo di una trama avvincente, ma da una costante riflessione sull interiorità mediante dialoghi e monologhi. Per questo, alla movimentata azione scenica delle tragedie e delle commedie tradizionali, subentra una certa immobilità, nella quale è fondamentale il contenuto delle battute dei personaggi. Si può dire, in sintesi, che i drammi romantici erano animati dal gesto e dall azione; nel dramma borghese si agisce poco e si parla molto: si tratta di un vero e proprio teatro di parola . Vicende insignificanti diventano centrali nei drammi di Ibsen, che ne analizza ogni particolare per indagare l interiorità dei personaggi. L obiettivo è smascherare una società superficiale, ormai priva di valori. I grandi interpreti: Ibsen I padri del dramma moderno, a cavallo tra Ottocento e Novecento, sono considerati il norvegese Henrik Ibsen (1828-1906) e il russo Anton C echov (1860-1904): nelle loro opere è rappresentata una società ipocrita e corrotta, che si muove in un clima di rimpianti e malinconia. Ibsen porta sulla scena eventi privi di importanza, osservati però come con una lente d ingrandimento che dilata ed esaspera i dettagli, scavando nell interiorità dei personaggi. 826 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi