Classe di letteratura - volume 3B

100 105 110 115 120 125 130 135 «Andiamo via! andiamo via! , disse Ida, tentando di sollevare Useppe fra le braccia. Ma lui resisteva e si dibatteva, sviluppando una violenza inverosimile, e ripeteva il suo grido: «Biii! con una pretesa sempre più urgente e perentoria.14 Forse reputava che, incitato a questo modo, per forza Blitz dovesse rispuntare scodinzolando di dietro qualche cantone, da un momento all altro, E trascinato via di peso, non cessava di ripetere quell unica e buffa sillaba, con voce convulsa per i singulti. «Andiamo, andiamo via , reiterava Ida. Ma veramente non sapeva più dove andare. L unico asilo che le si presentò fu l osteria, dove già si trovava raccolta parecchia gente, così che non c era posto da sedersi. Però una donna anziana, vedendola entrare col bambino in braccio, e riconoscendoli, all aspetto, per sinistrati,15 invitò i propri vicini a restringersi, e le fece posto accanto a sé su una panca. Ida affannava,16 lacera, con le gambe graffiate, e imbrattata fin sulla faccia di un nerume unticcio, nel quale si distinguevano le ditate minuscole lasciatele da Useppe nell appendersi al suo collo. Appena la vide accomodata alla meglio sulla panca, la donna le domandò sollecita: «Siete di queste parti? E all annuire silenzioso di Ida, le fece sapere: «Io no; vengo da Mandela .17 Si trovava qui a Roma di passaggio, come ogni lunedì, per vendere i suoi prodotti: «Sono una rurale , precisò. Qui all osteria doveva aspettare un suo nipote, il quale, come ogni lunedì, l aveva accompagnata per aiutarla e al momento dell attacco aereo si trovava in giro per la città, chi sa dove. Correva voce che per questo bombardamento ci s erano impiegati diecimila apparecchi,18 e che l intera città di Roma era distrutta:19 anche il Vaticano, anche Palazzo Reale, anche Piazza Vittorio e Campo dei Fiori. Tutto a fuoco. «Chi sa dove si trova a quest ora mio nipote? chi sa se ancora funziona il treno per Mandela? . Era una donna sui settant anni, ma ancora in salute, alta e grossa, con la carnagione rosata e due buccole20 nere agli orecchi. Teneva sui ginocchi una canestra vuota con dentro un cércine21 sciolto; e pareva disposta ad aspettare il nipote, là seduta con la canestra, magari per altri trecento anni, come il bramano21 della leggenda indù. Vedendo la disperazione di Useppe che ancora andava chiamando il suo Bi con voce sempre più smorzata e fioca, tentò di divertirlo facendogli dondolare innanzi una crocetta di madreperla che portava al collo, appesa a un cordoncino: «Bi bi bi pupé!23 Che dici, eh, che dici? . Ida le spiegò a bassa voce in un balbettio che Blitz era il nome del cane, rimasto fra le macerie della loro casa. «Ah, cristiani e bestie, crepare è tutta una sorte , osservò l altra, muovendo appena la testa con placida rassegnazione. Poi rivolta a Useppe, piena di gravità matriarcale e senza smorfie, lo confortò col discorso seguente: «Non piangere pupé, che il cane tuo s è messo le ali, è diventato una palombella, e è volato in cielo . Nel dirgli questo, essa mimò, con le due palme alzate, il bàttito di due ali. Useppe, che credeva a tutto, sospese il pianto, per seguire con interesse il picco- 14 perentoria: decisa, risoluta. 15 sinistrati: persone che sono state col- pite dai danni bellici. 16 affannava: respirava affannosamente. 17 Mandela: località fuori Roma. 18 apparecchi: velivoli. 19 l intera distrutta: voci popolari incon- trollate paventano una devastazione ancora più grave. 20 buccole: orecchini. 752 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA 21 cércine: panno utilizzato per portare cesti sulla testa. 22 bramano: bramino, sacerdote indù. 23 pupé: pupetto (cioè bambino ), con l apocope tipica del dialetto romanesco.

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi