Classe di letteratura - volume 3B

75 80 85 gregge sparso ai piedi del castello. Questo si leva sulla collina più alta, (la quale fra le altre collinette, sembra una montagna); e, allargato da costruzioni sovrapposte e aggiunte attraverso i secoli, ha acquistato la mole d una cittadella19 gigantesca. Alle navi che passano al largo, soprattutto la notte, non appare, di Procida, che questa mole oscura, per cui la nostra isola sembra una fortezza in mezzo al mare. Da circa duecento anni, il castello è adibito a penitenziario: uno dei più vasti, credo, di tutta la nazione. Per molta gente, che vive lontano, il nome della mia isola significa il nome d un carcere. Sul lato di ponente che guarda il mare, la mia casa è in vista del castello; ma a una distanza di parecchie centinaia di metri in linea d aria, al di là di numerosi piccoli golfi da cui, la notte, si staccano le barche dei pescatori con le lampàre20 accese. La lontananza non lascia distinguere le inferriate delle finestruole, né il viavai dei secondini21 intorno alle mura; così che, soprattutto l inverno, quando l aria è brumosa22 e le nubi in cammino gli passano davanti, il penitenziario potrebbe sembrare un maniero abbandonato, come se ne trovano in tante città antiche. Una rovina fantastica,23 abitata solo dai serpi, dai gufi e dalle rondini. 19 cittadella: significa fortezza, roccafor- te. Il luogo più protetto e difeso di un centro abitato. 20 lampàre: lampade utilizzate per attirare i pesci durante la pesca notturna. 21 secondini: guardie carcerarie. 22 brumosa: nebbiosa, carica di foschia. 23 fantastica: che sembra frutto di fanta- sia, come irreale. DENTRO IL TESTO L isola da vicino e da lontano Un luogo reale e fantastico I contenuti tematici Come se si trovasse sulla cima di un altura e osservasse il paesaggio che si spalanca sotto i suoi occhi, seguendo una prospettiva estremamente mobile, il lettore è accompagnato dalla voce narrante a esplorare l isola. Da un primo sguardo, in lontananza, a tutte le isole del nostro arcipelago (r. 1) e alla loro flora, lussureggiante e profumata, la prospettiva si restringe alla sola Procida, di cui sorvoliamo le stradine di campagna oltre i cui muri si stendono frutteti e vigneti (r. 8), le spiagge dalla sabbia chiara e delicata (r. 9), le scogliere torreggianti (rr. 10-11) abitate da uccelli e da creature marine; esploriamo l interno delle botteghe e della chiesa, e osserviamo l abitato a volo d uccello. Come in un film, si alternano dettagli ravvicinati e visioni panoramiche: il garofano nel barattolo di latta (r. 20) da un lato e la mole oscura (r. 77) vista dalle navi che passano al largo (r. 76) dall altro; la cùccuma smaltata di turchino (r. 24) della caffetteria e l insieme delle case, da lontano, proprio simili a un gregge (rr. 72-73). Ne risulta così una rappresentazione insieme minuziosa e complessiva: nella memoria, Arturo ripercorre i luoghi della sua infanzia con la vivacità del bambino che è stato. Ripensando alla sua isola, Arturo mescola, nell immaginazione, percezioni reali e trasfigurazione fantastica. I frutteti, le botteghe, le casette dell isola diventano, nella sua accesa fantasia, ora giardini imperiali (rr. 8-9), ora tane di briganti (r. 22), ora le case delle antiche città feudali (r. 68). Gli stessi abitanti, gli scontrosi procidani ben noti a chi parla, si trasformano nel ricordo in una stirpe esotica, dagli occhi neri allungati, come gli orientali (r. 59). Sembra dunque che l Arturo adulto abbia conservato pressoché intatta la sbrigliata fantasia della sua fanciullezza: la realtà, infatti, gli appare come una fiaba, o un mito, o un antica leggenda. Il culmine della trasformazione riguarda il castello: l edificio, immenso e senza tempo, domina il villaggio. Arturo lo rivede, attraverso il mare notturno fiabescamente punteggiato di lampàre (r. 83), da una lontananza che non permette di distinguerne i particolari, che pure egli conosce. Per questa lontananza, soprattutto nelle nebbie dell inverno, la rocca si tramuta in una sorta di gotico maniero abbandonato (r. 87), una rovina fantastica (r. 88) dalla potente e misteriosa suggestione. L AUTRICE / ELSA MORANTE / 745

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi