Classe di letteratura - volume 3B

30 e l immobilità dei firmamenti e i gonfii rivi che vanno piangenti e l ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti e ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti e ancora ti chiamo ti chiamo Chimera. 29 i gonfii piangenti: i fiumi in piena, che nel loro scorrere sembrano piangere. 30 l ombre algenti: le figure di uomini, curvi perché intenti al lavoro, sulle colline gelide (poggi algenti), forse simbolo delle fatiche a cui è destinato l essere umano. Lavoro umano al posto di uomini al lavoro è una metonimia. 31 chiare ombre correnti: forse quelle del- le nuvole. Chiare ombre è un ossimoro, mentre i tre vocaboli sono legati dall allitterazione in r. Le parole valgono Chimera Nella mitologia classica, la chimera era un mostro con testa e corpo di leone, una seconda testa di capra sulla schiena e una coda di serpente culminante anch essa in una testa. Raffigurata spesso, nell arte antica, nell atto di eruttare fuoco, era considerata un incarnazione di forze fisiche distruttrici (vulcani o tempeste). Ma nel linguaggio comune il termine indica tutt altra cosa: un idea senza fondamento, un sogno vano, una strana fantasticheria o un utopia. Formula una frase in cui il vocabolo sia utilizzato con quest ultima accezione. DENTRO IL TESTO La misteriosa identità della Chimera Il poeta notturno La musicalità dei versi I contenuti tematici Chi è la Chimera? Campana non sembra voler attribuire a questa figura un particolare valore allegorico (« una fantasia che avevo, una fantasia qualunque , ha scritto), ma se si legge in profondità il testo è possibile individuare nella lirica molti significati, anche al di là dell interpretazione offerta dall autore. Non è però un compito facile: i critici sono concordi nel ritenere La Chimera uno dei componimenti più ostici della poesia italiana del Novecento, e non è possibile attribuire a ogni elemento un significato preciso. Né del resto possiamo rintracciare all interno del testo un filo logico e discorsivo sempre lineare e coerente, perché, come tutta la poesia postsimbolista, anche quella di Campana si fonda soprattutto su libere associazioni di immagini e su concatenazioni analogiche. La Chimera è sia il vagheggiamento di una figura femminile inafferrabile sia un miraggio imprecisato, la visione di una forza misteriosa, l immagine dell inarrestabile scorrere dell esistenza; è simbolo di ciò che non può essere detto né espresso, ma soltanto intuìto provvisoriamente e in modo vago, quando per un istante si squarcia il buio della notte. Non a caso il poeta instaura un parallelo tra la Chimera e la Gioconda di Leonardo, una delle figure più enigmatiche della storia dell arte. Ma i contorni della Chimera sono ancora più sfumati e indefiniti, su uno sfondo naturale fatto di luce notturna, ombre e silenzi, acque e terre: un paesaggio insieme misterioso e inquietante. L altro protagonista della lirica è il poeta stesso, che si pone al centro della scena, ripetendo più volte il pronome personale io (vv. 17, 19, 20). Campana si definisce poeta notturno (v. 17), cioè poeta «che adora la notte per quel che di misterioso v è in essa, per quel suo sembrare prossima a suggerire, di là degli aspetti contingenti della vita, una suprema rivelazione (Pazzaglia). Il poeta canta la Chimera, che con le sue figure misteriose lo affascina e lo rende inquieto: nel momento in cui contempla la natura e la realtà umana nel loro silenzio e nella loro immobilità oppure, all opposto, nel loro fluire, nel senso di sofferenza e di fatica che esse trasmettono (vv. 27-31) non può fare a meno di invocarne insistentemente l apparizione, essendo essa la sola che può portargli un qualche senso di consolazione (come si evince dai vv. 24-26, e in particolare dal v. 25: dolce sul mio dolore). Alla poesia viene qui attribuito, dunque, il compito di svelare l ignoto e di indagare i lati oscuri della realtà, cosa che il poeta notturno è in grado di fare grazie al suo orfismo , cioè alla sua capacità di penetrare in una dimensione mistica e misterica inaccessibile ai più. Le scelte stilistiche La visionarietà del componimento di Campana è sostenuta, sul piano formale, dalla forte musicalità del dettato poetico. Il ritmo fluisce infatti in maniera armonica, attraverso l iterazione e la riproposizione a distanza di frasi o segmenti di frasi: oltre alla ripetizione del pronome io, vi è quella del sintagma non so (vv. 1, 21, 24, sempre a inizio verso) e la ripresa di espressioni simili (per il tuo ignoto poema, v. 10; per il tuo dolce mistero, v. 19; per il 74 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi