IL CARATTERE - Le passioni di una donna ribelle al proprio

ELSA MORANTE E A L B E R T O M O R AV I A Il rapporto con Moravia è stato importante per l affermazione letteraria di Elsa Morante. Tuttavia, dopo il matrimonio (1941), a mano a mano che passano gli anni il sentimento tra i due coniugi si raffredda. Le lettere che il marito le indirizza durante i suoi viaggi di lavoro raccontano di un rapporto prosaico, quasi burocratico, addolcito qualche volta dall affetto, mai dall amore. I due si separeranno all inizio degli anni Sessanta. Alberto Moravia con Elsa Morante. IL CARATTERE LE PASSIONI DI UNA DONNA RIBELLE AL PROPRIO TEMPO Raramente si può dire come nel caso di Elsa Morante che l opera letteraria rispecchi il temperamento di chi l ha prodotta. Raramente si può aggiungere si trovano casi come il suo di fedeltà assoluta e di dedizione sconfinata alla scrittura: come se raccontare storie rappresentasse l unica soluzione per sopravvivere alle difficoltà della vita e agli orrori del Novecento. La vita non le regalerà mai quella bellezza che, invece, lei era convinta di poter ricavare tra le pagine di un libro, letto o scritto, o tra i recessi più segreti del sogno e dell immaginazione. Un temperamento ombroso Le testimonianze di chi ha conosciuto Elsa Morante si assomigliano tutte: quella donna affascinante e dal contegno severo, eppure improvvisamente acceso dalle passioni, covava gli stessi segreti turbamenti che complicavano le contorte psicologie dei suoi personaggi. Selvatica come i gatti che tanto amava, non è mai guarita da quell insoddisfazione del quotidiano che anzi, con il passare degli anni, si è tramutata in vera disperazione. Né faceva alcunché per celare il proprio malessere: silenziosa, tagliente, spesso accigliata, non conosceva mezze misure nel rapportarsi con il prossimo. Amava o odiava, venendo ricambiata con la stessa moneta. Per questo, gli altri scrittori ne temevano il giudizio: le stroncature che Elsa Morante riservava ai suoi colleghi non conoscevano alcun bon ton diplomatico. D altro canto, non si può dire che fosse estranea alla vita dei salotti, a cui partecipava suo malgrado per compiacere il molto più mondano Moravia: le fotografie dei rotocalchi illustrati la immortalavano spesso in compagni di scrittori, pittori, registi, in occasione di feste, ricevimenti, premiazioni. La solitudine come antidoto all ipocrisia Nel frivolo mondo della cultura romana si sentiva come un emarginata: il temperamento anarchico la rendeva come un pesce fuor d acqua, una donna poco incline ai convenevoli e alle ipocrisie di quell universo in cui regnava l affettazione. In questa scontrosità c era inoltre un elemento di innata polemica antropologica e culturale. Elsa Morante infatti definiva sprezzantemente «letterati tutti coloro che si occupavano di letteratura per mestiere, i critici, gli artefici delle tendenze alla moda, gli autori alla ricerca del successo: arrivò ad affermare che il suo ideale di scrittore «di tutto si interessa, fuorché di letteratura . Si capisce dunque perché Elsa, così sorda alle richieste dell editoria e del mercato, del tutto indisponibile a ogni forma di compromesso, sia artistico sia umano, finisse per allontanarsi da un mondo che le stava stretto. 731

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi