Classe di letteratura - volume 3B

40 45 50 55 60 65 70 75 Qual è stata la parola d ordine di Lenin appena vinta la rivoluzione? stata una parola d ordine invitante all immediato e grandioso «sviluppo di un paese sottosviluppato. Soviet e industria elettrica... Vinta la grande lotta di classe per il «progresso 2 adesso bisognava vincere una lotta, forse più grigia ma certo non meno grandiosa, per lo «sviluppo . Vorrei aggiungere però non senza esitazione che questa non è una condizione obbligatoria per applicare il marxismo rivoluzionario e attuare una società comunista. L industria e l industrializzazione totale non l hanno inventata né Marx né Lenin: l ha inventata la borghesia. Industrializzare un paese comunista contadino significa entrare in competitività coi paesi borghesi già industrializzati. ciò che, nella fattispecie, ha fatto Stalin. E del resto non aveva altra scelta. Dunque: la Destra vuole lo «sviluppo (per la semplice ragione che lo fa); la Sinistra vuole il «progresso . Ma nel caso che la Sinistra vinca la lotta per il potere, ecco che anch essa vuole per poter realmente progredire socialmente e politicamente lo «sviluppo . Uno «sviluppo , però, la cui figura si è ormai formata e fissata nel contesto dell industrializzazione borghese. Tuttavia qui in Italia, il caso è storicamente diverso. Non è stata vinta nessuna rivoluzione. Qui la Sinistra che vuole il «progresso , nel caso che accetti lo «sviluppo , deve accettare proprio questo «sviluppo : lo sviluppo dell espansione economica e tecnologica borghese. questa una contraddizione? una scelta che pone un caso di coscienza? Probabilmente sì. Ma si tratta come minimo di un problema da porsi chiaramente: cioè senza confondere mai, neanche per un solo istante, l idea di «progresso con la realtà di questo «sviluppo . Per quel che riguarda la base delle Sinistre (diciamo pure la base elettorale, per parlare nell ordine dei milioni di cittadini), la situazione è questa: un lavoratore vive nella coscienza l ideologia marxista, e di conseguenza, tra gli altri suoi valori, vive nella coscienza l idea di «progresso ; mentre, contemporaneamente, egli vive, nell esistenza, l ideologia consumistica, e di conseguenza, a fortiori,3 i valori dello «sviluppo . Il lavoratore è dunque dissociato. Ma non è il solo ad esserlo. Anche il potere borghese classico è in questo momento completamente dissociato: per noi italiani tale potere borghese classico (cioè praticamente fascista)4 è la Democrazia cristiana. A questo punto voglio però abbandonare la terminologia che io (artista!) uso un po a braccio e scendere a un esemplificazione vivace. La dissociazione che spacca ormai in due il vecchio potere clerico-fascista, può essere rappresentata da due simboli opposti, e, appunto, inconciliabili: «Jesus (nella fattispecie il Gesù del Vaticano) da una parte, e i «blue-jeans Jesus 5 dall altra. Due forme di potere l una di fronte all altra: di qua il grande stuolo dei preti, dei soldati, dei benpensanti e dei sicari;6 di là gli «industriali produttori di beni superflui e le grandi masse del consumo, laiche e, magari idiotamente, irreligiose. Tra l «Jesus del Vaticano e l «Jesus dei blue-jeans, c è stata una lotta. Nel Vaticano all apparire di questo prodotto e dei suoi manifesti si son levati alti lamenti. 2 Vinta... per il «progresso : qui il ter- mine va inteso in senso politico e sociale. 3 a fortiori: ancor più, a maggior ragione (in latino). 4 cioè praticamente fascista: appare qui (come spesso anche altrove) molto netto il giudizio negativo di Pasolini sulla Demo- crazia cristiana, accusata di una sostanziale continuità ideologica con il fascismo. Si tratta di una valutazione soggettiva, che tuttavia sottolinea la base borghese che in parte accomuna le due esperienze politiche. 5 i «blue-jeans Jesus : una marca di jeans, la cui pubblicità richiamava la figura di Gesù (cosa che aveva suscitato le proteste della Chiesa). 6 e dei sicari: altrove Pasolini accusa apertamente il potere politico del tempo di connivenza con lo stragismo che insanguinò il paese a partire dalla fine degli anni Sessanta ( T5, p. 713). L AUTORE / PIER PAOLO PASOLINI / 709

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi