T1 - Il pianto della scavatrice

Audio / T1 / / L autenticità del popolo / Il pianto della scavatrice LETTURA Le ceneri di Gramsci Nella seconda parte delle sei di cui è costituita la lirica Il pianto della scavatrice, in alcuni dei suoi versi più belli ed emotivamente più intensi, Pasolini rievoca l esperienza delle borgate romane e soprattutto illumina il lettore sulla propria particolare concezione del popolo. METRO Terzine di endecasillabi non rimati. Sono frequenti versi ipometri o ipermetri (cioè con un minore o maggiore numero di sillabe rispetto alla misura endecasillabica). Povero come un gatto del Colosseo, vivevo in una borgata tutta calce e polverone, lontano dalla città 5 e dalla campagna, stretto ogni giorno in un autobus rantolante: e ogni andata, ogni ritorno 25 30 era un calvario di sudore e di ansie. Lunghe camminate in una calda caligine, lunghi crepuscoli davanti alle carte 10 15 ammucchiate sul tavolo, tra strade di fango, muriccioli, casette bagnate di calce e senza infissi, con tende per porte 20 Rinnovato dal mondo nuovo, libero una vampa, un fiato che non so dire, alla realtà 35 5 rantolante: l affanno del motore richia- ma un rantolo (vale a dire il respiro del moribondo). 8 calda caligine: arsura polverosa. 9 carte: i fogli dell attività letteraria. 13 olivaio: venditore ambulante di olive. 34 beduine: che sembrano accampamenti di nomadi del deserto, più che quartieri di borgate tristi, beduine, di gialle praterie sfregate da un vento sempre senza pace, venisse dal caldo mare di Fiumicino, o dall agro, dove si perdeva la città fra i tuguri; in quel mondo 40 45 che umile e sporca, confusa e immensa, brulicava nella meridionale periferia, dava un senso di serena pietà. di chi amava, anche se non riamato. E tutto si illuminava, a questo amore. Forse, ancora di ragazzo, eroicamente, e però maturato dall esperienza che nasceva ai piedi della storia. Ero al centro del mondo, in quel mondo Passavano l olivaio, lo straccivendolo, venendo da qualche altra borgata, con l impolverata merce che pareva frutto di furto, e una faccia crudele di giovani invecchiati tra i vizi di chi ha una madre dura e affamata. Un anima in me, che non era solo mia, una piccola anima in quel mondo sconfinato, cresceva, nutrita dall allegria che poteva soltanto dominare, quadrato spettro giallognolo nella giallognola foschia, bucato da mille file uguali di finestre sbarrate, il Penitenziario tra vecchi campi e sopiti casali. Le cartacce e la polvere che cieco il venticello trascinava qua e là, le povere voci senza eco di una capitale dell Occidente avanzato. 37 Fiumicino: comune ai confini di Roma, alle foci del Tevere. 38 agro: campagna. 39 tuguri: le catapecchie che costituiscono le borgate. 40 che: è complemento oggetto del predicato poteva dominare, di cui è sogget- to il Penitenziario (v. 44), cioè il carcere di Rebibbia. 41 quadrato giallognolo: è apposizione di Penitenziario. 45 sopiti casali: le masserie che sembrano come addormentate. L AUTORE / PIER PAOLO PASOLINI / 681

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi