Classe di letteratura - volume 3B

ANALISI ATTIVA Il rifiuto del modello di poesia tradizionale I contenuti tematici Corazzini afferma di non essere un poeta, almeno per come questo vocabolo viene tradizionalmente inteso: io so che per esser detto: poeta, conviene / viver ben altra vita! (vv. 52-53), una vita come opera d arte, sublime e inimitabile, quale quella di d Annunzio. Non è così per Corazzini, che smitizza radicalmente il ruolo del poeta vate: le sue espressioni si riducono a un pianto (Io non sono che un piccolo fanciullo che piange, v. 3) offerto al Silenzio (v. 4), dove il silenzio, con l iniziale maiuscola, è l opposto della parola e della poesia. A differenza dell artista decadente, Corazzini non rivendica alcuna sensibilità fuori dal comune (Le mie tristezze sono povere tristezze comuni, v. 6). 1. Qual è la condizione psicologica del protagonista della lirica? 2. Come sono le gioie del poeta (v. 7)? 3. Che cosa afferma di amare il poeta? Il motivo dell inettitudine Più che una volontà di morte, Corazzini esprime una rassegnazione alla morte, che sente come imminente. Egli vive una condizione di stanchezza esistenziale che porta di per sé a morire (Io voglio morire, solamente, perché sono stanco, v. 10), in un atteggiamento di totale passività nei confronti del reale (si dice infatti rassegnato come uno specchio, v. 15, un oggetto che riflette con indifferenza le cose). C è però un desiderio di sofferenza, venato di masochismo e di vittimismo, che prelude allo sfogo del pianto (e desiderai di essere venduto, / di essere battuto / di essere costretto a digiunare, vv. 37-39). La malattia non viene più esaltata, come avveniva nella letteratura romantica (e in parte ancora in quella decadente), quale segno di distinzione spirituale e di aristocratico distacco. Quella di Corazzini, oltre a essere una malattia reale, è simbolicamente la malattia (Oh, io sono, veramente malato!, v. 48) dell antieroe novecentesco: l inettitudine esistenziale, di cui la vocazione alla morte è conseguenza. 4. Individua nel testo i termini e le espressioni connessi alle aree semantiche della malattia e della morte. Salmodia e immagini religiose Le scelte stilistiche Il pianto come motivo tematico trova un corrispettivo stilistico nell andamento cantilenante e quasi salmodiante del testo, in cui si susseguono frequenti ripetizioni (perché, poeta, povero) e suoni scanditi con martellante continuità (come per esempio nel caso della presenza ossessiva della p). Il ritmo lento e cadenzato è dato inoltre dalle rime, costituite da alcune parole chiave che si ripetono a breve distanza (poeta, morire, fanciullo, tristezza, vane, silenzio, malato). Il componimento appare come una preghiera (e infatti si chiude con un Amen) dal tono volutamente basso e prosastico, con periodi brevi e di studiata semplicità. Si tratta di una preghiera laica, ma intessuta di diverse immagini religiose: i grandi angioli / su le vetrate delle catedrali (vv. 11-12), che costituiscono un richiamo alla morte; il rosario di tristezza (v. 25); l anima sette volte dolente (v. 26), con allusione alle sette spade che nell iconografia cattolica trafiggono il cuore della Madonna; la comunione quotidiana con il silenzio (v. 30); la postura del poeta dormiente con le mani in croce (v. 33). La stessa aspirazione alla sofferenza espressa ai vv. 37-39 indica la volontà del protagonista di atteggiarsi secondo il modello della Passione di Cristo. 5. Individua nel testo ripetizioni e iterazioni di parole ed espressioni. 6. A chi si rivolge il poeta? Lo fa con tono solenne o colloquiale? 7. Il poeta ricorre spesso alla similitudine. Perché, secondo te? Quale effetto vuole ottenere? 8. | SCRIVERE PER ESPORRE | Scrivi un testo espositivo di circa 20 righe in cui poni a confronto il piccolo fanciullo che piange di Corazzini con il fanciullino pascoliano e con il superuomo dannunziano. IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 67

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi