T4 - Il vero senso della democrazia

Il vero senso della democrazia / T4 / La giornata d uno scrutatore, cap. 3 / L attesa delusa per un mondo nuovo / Nel fervore dei preparativi del seggio, Amerigo riconosce l eccitazione degli inizi, il momento aurorale in cui la voglia di partecipare alle cose per cambiarle crea un atmosfera quasi magica. Tuttavia c è una nota falsa, qualcosa di stonato che annuncia il prorompere dell assurdo: è l arrivo di una donna senza gambe, che, d un tratto, si porta via ogni certezza. 5 10 15 20 25 30 Per trasformare una stanza in sezione elettorale (stanza che di solito è un aula di scuola o di tribunale, il camerone d un refettorio d una palestra, o un qualsiasi locale d un ufficio del Comune) bastano poche suppellettili quei paraventi di legno piallato, senza vernice, che fanno da cabina; quella cassa di legno pure grezzo che è l urna; quel materiale (i registri, i pacchi di schede, le matite, le penne a sfera, un bastone di ceralacca, dello spago, delle strisce di carta ingommata) che viene preso in consegna dal presidente al momento della «costituzione del seggio e una speciale disposizione dei tavoli che si trovano sul posto. Ambienti insomma nudi, anonimi, coi muri tinti a calce; e oggetti più nudi e anonimi ancora; e questi cittadini, lì al tavolo presidente, segretario, scrutatori, eventuali «rappresentanti di lista prendono anch essi l aria impersonale della loro funzione. Quando incominciano ad arrivare i votanti allora tutto s anima: è la varietà della vita che entra con loro, tipi caratterizzati uno per uno, gesti troppo impacciati o troppo svelti, voci troppo grosse o troppo fine. Ma c è un momento, prima, quando quelli del seggio sono soli, e stanno lì a contare le matite, un momento che ci si sente stringere il cuore. Specialmente là dov era Amerigo: il locale di questa sezione - una delle tante allestite dentro il «Cottolengo , perché ogni sezione raccoglie circa cinquecento elettori, e in tutto il «Cottolengo di elettori ce n è delle migliaia - era in giorni normali un parlatorio per i parenti che vengono a trovare i ricoverati, e aveva torno torno delle panche di legno (Amerigo scacciò dalla mente le facili immagini che il luogo evocava: attese di genitori campagnoli, panieri con qualche frutta, dialoghi tristi) e le finestre, alte, davano su un cortile, irregolare di forma, tra padiglioni e porticati, un po da caserma, un po da ospedale (delle donne troppo grandi portavano dei carretti, dei bidoni; avevano gonne nere come contadine di tanto tempo fa, scialli neri di lana, cuffie nere, grembiuli azzurri; si muovevano svelte, nella pioggerella che veniva; Amerigo dette appena un occhiata e si tolse via dalle finestre). Non voleva lasciarsi prendere dallo squallore dell ambiente, e per far ciò si concentrava sullo squallore dei loro arnesi elettorali quella cancelleria, quei cartelli, il libriccino ufficiale del regolamento consultato a ogni dubbio dal presidente, già nervoso prima di cominciare perché questo era per lui uno squallore ricco, ricco di segni, di significati, magari in contrasto uno con l altro. Le parole valgono suppellettile Dal latino supellex, supellectilis (composto di super, sopra , e lectus, letto ), suppellettile (attenzione alle molte doppie!) indica l insieme degli oggetti d uso e del mobilio necessari per l abitabilità e la funzionalità di una casa; ha valore collettivo e si ado- pera al singolare o al plurale senza sostanziale differenza. Per estensione, il termine indica anche l insieme di oggetti che costituiscono l arredamento di un tempio, di una chiesa o di un edificio pubblico: le suppellettili sacre o la suppellettile scolastica. Nel linguaggio degli archeologi il vocabolo ha un significato specifico. Lo conosci? L AUTORE / ITALO CALVINO / 637

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi