Classe di letteratura - volume 3B

85 90 95 100 105 110 115 120 125 Uuuh! fecero tutt a un tratto. Avevano visto lo spadino che gli pendeva dietro. Lo vedete cosa ci ha? E giù risate. Il battichiappe! Poi fecero silenzio e soffocavano le risa perché stava per succedere una cosa da diventare matti dal divertimento: due di questi piccoli manigoldi,10 zitti zitti, si erano portati su di un ramo proprio sopra a Cosimo e gli calavano la bocca d un sacco sulla testa (uno di quei lerci sacchi che a loro servivano certo per metterci il bottino, e quando erano vuoti si acconciavano in testa come cappucci che scendevano sulle spalle). Tra poco mio fratello si sarebbe trovato insaccato senza neanche capir come e lo potevano legare come un salame e caricarlo di pestoni. Cosimo fiutò il pericolo, o forse non fiutò niente: si sentì deriso per lo spadino e volle sfoderarlo per punto d onore. Lo brandì alto, la lama sfiorò il sacco, lui lo vide, e con un accartocciata lo strappò di mano ai due ladroncelli e lo fece volar via. Era una buona mossa. Gli altri fecero degli «Oh! insieme di disappunto e meraviglia, e ai due compari che s erano lasciati portar via il sacco lanciarono insulti dialettali come: Cuiasse! Belinùi!11 Non ebbe tempo di rallegrarsi del successo, Cosimo. Una furia opposta si scatenò da terra; latravano, tiravano dei sassi, gridavano: Stavolta non ci scappate, bastardelli ladri! e s alzavano punte di forcone. Tra i ladruncoli sui rami ci fu un rannicchiarsi, un tirar su di gambe e gomiti. Era stato quel chiasso attorno a Cosimo a dar l allarme agli agricoltori che stavano all erta. L attacco era preparato in forze. Stanchi di farsi rubar la frutta man mano che maturava, parecchi dei piccoli proprietari e dei fittavoli della vallata s erano federati tra loro; perché alla tattica dei furfantelli di dar la scalata tutti insieme a un frutteto, saccheggiarlo e scappare da tutt altra parte, e lì daccapo, non c era da opporre che una tattica simile: cioè far la posta tutti insieme in un podere dove prima o poi sarebbero venuti, e prenderli in mezzo. Ora i cani sguinzagliati abbaiavano rampando al piede dei ciliegi con bocche irte di denti, e in aria si protendevano le forche da fieno. Dei ladruncoli tre o quattro saltarono a terra giusto in tempo per farsi bucare la schiena dalle punte dei tridenti e il fondo dei calzoni dal morso dei cani, e correre via urlando e sfondando a testate i filari delle vigne. Così nessuno osò più scendere: stavano sbigottiti sui rami, tanto loro che Cosimo. Già gli agricoltori mettevano le scale contro i ciliegi e salivano facendosi precedere dai denti puntati dei forconi. Ci vollero alcuni minuti prima che Cosimo capisse che essere lui spaventato perché era spaventata quella banda di vagabondi era una cosa senza senso, com era senza senso quell idea che loro fossero tanto in gamba e lui no. Il fatto che se ne stessero lì come dei tonti era già una prova: cosa aspettavano a scappare sugli alberi intorno? Mio fratello così era giunto fin lì e così poteva andarsene: si calcò il tricorno in testa, cercò il ramo che gli aveva fatto da ponte, passò dall ultimo ciliegio a un carrubo, dal carrubo penzolandosi calò su di un susino, e così via. Quelli, al vederlo girare per quei rami come fosse in piazza, capirono che dovevano tenergli subito dietro, se no prima di ritrovare la sua strada chissà quanto avrebbero penato; e lo seguirono zitti, carponi per quell itinerario tortuoso. Lui intanto, salendo per un fico, scavalcava la siepe del campo, calava su di un pesco, tenero di rami tanto che bisognava passarci uno alla volta. Il pesco serviva solo ad aggrapparsi al tronco storto d un olivo che sporgeva da un muro; dall olivo con un salto s era su una rovere che allungava un robusto braccio oltre il torrente, e si poteva passare sugli alberi di là. 10 manigoldi: furfanti. 11 Cuiasse! Belinùi!: Coglioni! Fessi! L AUTORE / ITALO CALVINO / 627

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi