Classe di letteratura - volume 3B

miglia ), dall altra il sociale, l esterno, il non Noi, lo Stato, ciò con cui è impossibile identificarsi. Il non parlare in questo senso può essere considerato come fedeltà alla propria matrice di pensiero familiare, le cose nostre non vanno riferite agli estranei. [...] Uno degli elementi più inquietanti dell organizzazione mafiosa è la capacità di essersi perpetuata nel tempo senza produrre mai nessun documento scritto circa la propria esistenza, avvolta nella segretezza, nell invisibilità. Come è stata possibile questa trasmissione di codici, di strutture organizzative, di riti, regole, soltanto per via orale, quasi una riedizione di un diritto consuetudinario che pensavamo fare parte delle società premoderne? Il segreto assoluto come regola d oro di una struttura criminale. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza un pensiero e una cultura in grado di vivere l omertà e il familismo come dati fondanti l identità psichica individuale e collettiva, un brodo di coltura assolutamente unico. «Se mi venisse chiesto qual è la base principale del potere di Cosa nostra esiterei nel rispondere: la violenza... Rimarrei incerto tra la violenza e la segretezza. Quest ultima è davvero fondamentale e si esprime in forme molteplici. Permea il comportamento e la mentalità degli uomini d onore fino nei particolari più insignificanti della vita di tutti i giorni. La segretezza impone di reprimere la curiosità circa i fatti illeciti, sui quali non è permesso fare domande . Con queste parole Tommaso Buscetta, il primo grande collaboratore di giustizia, descrive l importanza del segreto all interno della famiglia mafiosa. Il mafioso Tommaso Buscetta in manette, durante il processo per mafia tenutosi a Catanzaro nel 1974. Chi, come Giovanni Falcone, conobbe nella sua esperienza la mafia attraverso gli uomini d onore, coglieva pienamente il valore di certe regole: «L interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi costituisce una delle attività principali dell uomo d onore... La tendenza dei siciliani alla discrezione, per non dire al mutismo, è proverbiale. Nell ambito di Cosa nostra raggiunge il parossismo. L uomo d onore deve parlare soltanto di quello che lo riguarda direttamente, solo quando gli viene rivolta una precisa domanda e solo se è in grado o ha diritto di rispondere . Chi viola il codice «si pone al di fuori delle regole e a quel punto non lo protegge più niente e nessuno. Le regole costituiscono l unica salvaguardia del mafioso , sosteneva Falcone. L uomo d onore ha l obbligo assoluto di dire la verità di fronte a un altro mafioso per le cose che riguardano lui o la sua famiglia: la verità è per lui regola di sopravvivenza . Di fronte all estraneo o all autorità il mafioso è, al contrario, omertoso. (Gianluca Lo Coco, L omertà nella famiglia mafiosa, Famiglia Oggi , novembre 1998) LEGGI E COMPRENDI 1 Di quale scissione psicologica è indicativo, secondo l autore, l atteggiamento omertoso? 2 Di fronte a chi il mafioso ritiene di essere obbligato a dire la verità? E su quali temi? RIFLETTI, SCRIVI, SOSTIENI 3 Nell aprile del 1998 venne arrestato vicino a Palermo il latitante Vito Vitale, uomo di spicco dei corleonesi di Riina. Il boss era stato rintracciato pedinando una delle sue amanti, che regolarmente andavano a trovarlo nel suo rifugio. Il giorno dopo, davanti alla Questura di Palermo, in attesa dell uscita del boss, i familiari di Vitale si sfogano di fronte ai giornalisti, in un clima di tensione molto alta. In quell occasione la moglie del mafioso, Maria Lo Baido, avvicinata dai giornalisti affermò: «Ho vissuto con mio marito questi tre anni di latitanza. Mio marito non ha mai avuto altre donne e quella arrestata con lui è una cugina . Quali riflessioni suscita in te questo episodio? Perché l atteggiamento della donna si può definire omertoso? Confrontati con i compagni e le compagne sull influenza della mentalità mafiosa nei rapporti sentimentali e familiari: secondo te, l appartenenza a un associazione mafiosa rafforza o indebolisce le relazioni personali? 595

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi