T8 - Il vizio dell’omertà

Il vizio dell omertà / T8 / Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta / Un omicidio di mafia / Una mattina come tante, nella piazza di un paesino siciliano, due colpi di fucile uccidono un uomo. Riportiamo le pagine iniziali del romanzo, in cui il meccanismo narrativo prende rapidamente avvio e si delinea il quadro sociale in cui si svolgeranno i fatti. 5 10 15 20 25 30 L autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell alba, sfilacce1 di nebbia ai campanili della Matrice;2 solo il rombo dell autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle,3 implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l autobus si mosse con un rumore di sfasciume.4 L ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all autista «un momento e aprì lo sportello mentre l autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati: l uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò. Il bigliettaio bestemmiò: la faccia gli era diventata colore di zolfo, tremava. Il venditore di panelle, che era a tre metri dall uomo caduto, muovendosi come un granchio cominciò ad allontanarsi verso la porta della chiesa. Nell autobus nessuno si mosse, l autista era come impietrito, la destra sulla leva del freno e la sinistra sul volante. Il bigliettaio guardò tutte quelle facce che sembravano facce di ciechi, senza sguardo; disse «l hanno ammazzato si levò il berretto e freneticamente cominciò a passarsi la mano tra i capelli; bestemmiò ancora. «I carabinieri , disse l autista, «bisogna chiamare i carabinieri . Si alzò ed aprì l altro sportello «ci vado , disse al bigliettaio. Il bigliettaio guardava il morto e poi i viaggiatori. C erano anche donne sull autobus, vecchie che ogni mattina portavano sacchi di tela bianca, pesantissimi, e ceste piene di uova; le loro vesti stingevano odore di trigonella, di stallatico, di legna bruciata;5 di solito lastimavano6 e imprecavano, ora stavano in silenzio, le facce come dissepolte da un silenzio di secoli. «Chi è? , domandò il bigliettaio indicando il morto. Nessuno rispose. Il bigliettaio bestemmiò, era un bestemmiatore di fama tra i viaggiatori di quella autolinea, bestemmiava con estro: già gli avevano minacciato licenziamento, ché tale era il suo vizio alla bestemmia da non far caso alla presenza di preti e monache sull autobus. Era della provincia di Siracusa, in fatto di morti ammazzati aveva poca pratica: una stupida provincia,7 quella di Siracusa; perciò con più furore del solito bestemmiava. Vennero i carabinieri, il maresciallo nero di barba e di sonno. L apparire dei carabinieri squillò come allarme nel letargo dei viaggiatori: e dietro al bigliettaio, 1 sfilacce: vapori sparsi, tracce. 2 Matrice: la chiesa che si affaccia sulla piazza da cui l autobus deve partire. 3 panelle calde panelle: il narratore riporta in un inciso il grido del panellaro che cerca di attirare l attenzione sulla sua merce (le panelle sono frittelle di farina di ceci). 4 sfasciume: qualcosa che si sfascia; qui l autobus stesso, evidentemente malridotto. 5 stingevano bruciata: è una sorta di sinestesia per indicare che i vestiti delle donne sull autobus sono stinti e insieme mandano odore di fieno (trigonella), leta- 590 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA me (stallatico) e legname bruciato. 6 lastimavano: si lamentavano (voce dialettale). 7 stupida provincia: la provincia di Siracusa è detta dai siciliani babba, cioè sciocca, in quanto estranea alle attività mafiose del Palermitano e del Catanese.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi