Classe di letteratura - volume 3B

55 60 65 70 75 80 Io lo dico sempre, metteteci una catasta di libri, e accecati come sono comprerebbero anche quelli. Ho letto su un giornale specializzato che questo è l agorà, il forum, la piazza dei nostri tempi, e forse è vero. Però non mi scordo che alla Svolta del Francese13 c era già tutto questo, e anche di più. Mi ricordo che il vecchio Lenzerini, al suo bottegone di Scarlino Scalo,14 teneva tutta questa roba e altra ancora, anche i cappelli teneva, i vasi da notte, il baccalà a mollo e i lumi a carburo.15 Ti preparava anche un cantuccio di pane col salame, il Lenzerini. Bastava chiederglielo, e intanto ti raccontava di quando suo nonno accompagnò Garibaldi a casa Guelfi, e lo vide riposarsi sotto il quercione, in vista di Cala Martina. Era con lui un bel giovane, che si faceva chiamare il capitano Leggèro, ma di certo doveva essere un nome finto. «Professore, lasci stare, pagherà quest altr anno . Davanti al bottegone c è uno spiazzo dove razzolano le galline, e niente passaggio zebrato. Qui invece è doppio e pericoloso, viale e controviale dal cancello di casa mia all edicola dei giornali. Se mi mancano le sigarette, bisogna che faccia altri cinquanta metri di marciapiede, pure tormentato dalle buche, pieno di fango quando piove, aspro e sassoso nei giorni asciutti. Comunque sia, bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. La tabaccheria è all angolo, poi c è un altro passaggio zebrato, ma meno pericoloso, e di fronte la farmacia. Mi azzardo fin là soltanto se ho finito la bottiglia di sciroppo alla codeina, per la tosse; di solito mi fermo al bar tabaccheria, e ordino un pacchetto di sigarette belghe e un caffè, che fa trecento lire precise. Potrei anche sedermi a guardare il giornale, ma se in negozio c è la tabaccaia, una signora anziana e nervosa che tiene molto alla buona clientela, nel suo locale leggere non si può. Ho provato: appena mi vede a sedere, con quella barba lunga e gli occhi gonfi, senza un impiego preciso, dottore sì, ma questo glielo ha detto il tintore del negozio accanto, e lei come fa a fidarsi di uno che non si rade, che sta mezzora filata nel bar alle dieci di mattina, e campa non si sa bene di che cosa? - appena mi vede seduto trova una scusa qualunque, chiede permesso, rovista in vetrina proprio alle mie spalle, fa entrare una corrente d aria, e se io appoggio il giornale al tavolo, subito ci posa sopra una bottiglia, un vassoio di paste, il pacco delle schedine del totocalcio, e insomma mi fa capire che non è il caso, che a leggere il giornale me ne vada da un altra parte. 13 alla Svolta del Francese: una piccola bottega del paese del narratore. 14 Scarlino Scalo: piccolo centro del Grossetano. 15 lumi a carburo: utilizzate dai minatori, sono lam- pade che sfruttano la reazione chimica tra acqua e carburo di calcio. DENTRO IL TESTO L osservazione della realtà metropolitana I contenuti tematici Il protagonista della Vita agra, inurbato a Milano dalla provincia, si trova ben presto di fronte al bivio tra l integrazione nell ingranaggio sociale ed economico rappresentato dalla metropoli moderna e l aspra (agra) condizione dell irriducibile. Della realtà cittadina egli è osservatore acuto e disincantato, come si vede nella descrizione di un moderno supermercato (una novità, in quegli anni), chiamato spregiativamente bottegone nuovo (r. 2). I clienti che lo frequentano appaiono dominati da una frenesia consumistica assoluta e spersonalizzante: essi non vedono nulla, ti urtano coi gomiti, ti travolgono insieme a loro verso il bottegone (rr. 6-7), ipnotizzati dalla musica che come dimostrato dagli esperti di marketing ha la capacità di spingere all acquisto. Le clienti 586 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi