Classe di letteratura - volume 3B

Uno sguardo corale La voce narrante polifonica Il plurilinguismo Nell ultimo capoverso si passa alla percezione che del commissario hanno gli altri, il coro di colleghi, preti e uscieri che tutti insieme lo considerano astratto, inconcludente, privo del necessario pragmatismo: quanto dice don Ciccio è frutto di strambe filosoficherie (r. 73), che poco hanno a che fare con la pratica dei commissariati (r. 74), la quale esigerebbe sicurezza e determinazione, mentre lui dà l idea di essere irresoluto e sbadato (ha un aria un po assonnata, r. 6, un fare un po tonto, r. 7, un quasi-ghigno, tra amaro e scettico, r. 50). Questo coro rappresenta il senso comune, che non sa o non vuole andare oltre l apparenza delle cose, che si ferma alle grandezze visibili: si possono cogliere in esso quei tratti di faciloneria e pressapochismo che Gadda rinfacciava agli esponenti del fascismo. Il riferimento alla sconquassata baracca dei taliani (r. 76), in opposizione alla declamata moderazione civile (r. 77) e al polso fermo (r. 77), lascia già trapelare l insofferenza di Ingravallo (e di Gadda) verso il regime, un insofferenza che nelle pagine successive si trasformerà in rabbiosa violenza. Le scelte stilistiche L impressione suggerita dalle prime righe del brano che la descrizione sia affidata dall autore a una voce onnisciente, sia pure lievemente ironica, secondo una modalità tipicamente manzoniana, è destinata presto a cadere. La frequenza dei sintagmi dubitativi testimonia il venir meno di ogni sua certezza e l affacciarsi di ipotesi e opinioni ambigue: non si sa perché (r. 2), o forse un po tozzo (r. 4), una o due macchioline d olio (r. 9). Chi narra, insomma, non solo testimonia l incrinarsi di ogni visione oggettiva della realtà, ma anche mostra di conoscere in modo parziale il protagonista, oscillando tra la bonaria canzonatura (come appare nelle righe iniziali del brano), la descrizione pittoresca (per esempio, i capelli vengono paragonati a una giungla, a una parrucca e a una pelliccia di Astrakan, rr. 30-31) e la complice simpatia (A prima vista, cioè al primo udirle, sembravano banalità. Non erano banalità, rr. 33-34). D altra parte, il narratore non è uno solo. Il gioco intricato delle focalizzazioni interne presenta infatti punti di vista diversi mediante il ricorso al discorso diretto, indiretto e indiretto libero. In tal modo le impressioni o le idee di alcuni personaggi si innestano sulla voce narrante principale, senza che lo scrittore ricorra necessariamente a una punteggiatura che indichi in modo chiaro e netto la separazione tra narratore e parlanti: l effetto che ne deriva è una straordinaria polifonia, che registra fedelmente il contorto gomitolo di fatti, pensieri e sentimenti che costituisce la realtà quotidiana. Anche dal punto di vista stilistico, il romanzo offre un iniziale normalità formale, appena complicata da qualche latinismo (ubiquo ai casi, r. 3) o arcaismo (la separazione della preposizione sugli in su gli (r. 3), l apocope del verbo venivano in venivan (r. 5), la forma giovine (r. 11) invece di giovane. Questa prassi tuttavia cede gradualmente il posto a una delle peculiarità del Pasticciaccio, ovvero il ricorso al dialetto. Con la vedova Antonini entra in scena il romanesco, mescolato con l italiano senza soluzione di continuità; con Ingravallo, Gadda introduce il campano e il molisano. Ad arricchire ulteriormente il pastiche linguistico contribuisce poi l utilizzo di termini appartenenti a registri diversi e soprattutto ad ambiti e linguaggi specifici: vocaboli colti (teoretica, r. 32), espressioni rare o ricercate (cresputi, r. 5; tempo incubatorio, r. 37; inopinate catastrofi, r. 38), neologismi (erotia, r. 66) sono affiancati a termini filosofici, medici, scientifici (abbondano le metafore meteorologiche), giuridici, in una commistione barocca che riflette degnamente il teatro del mondo. VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Riassumi quanto Ingravallo sostiene circa il rapporto tra causa ed effetto. 2 Descrivi il carattere di Ingravallo, aiutandoti con espressioni prese direttamente dal testo. 3 Perché viene usata l immagine della depressione ciclonica (rr. 40-41 e 58-59)? IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL SECONDO NOVECENTO / 575

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi