Classe di letteratura - volume 3B

30 35 40 45 50 55 60 marito, bon anima! E mo me prendono per un affittacamere! Io affittacamere? Madonna santa, piuttosto me butto a fiume . Nella sua saggezza e nella sua povertà molisana, il dottor Ingravallo, che pareva vivere di silenzio e di sonno sotto la giungla nera di quella parrucca, lucida come pece e riccioluta come d agnello d Astrakan,13 nella sua saggezza interrompeva talora codesto sonno e silenzio per enunciare qualche teoretica14 idea (idea generale s intende) sui casi degli uomini: e delle donne. A prima vista, cioè al primo udirle, sembravano banalità. Non erano banalità. Così quei rapidi enunciati, che facevano sulla sua bocca il crepitio improvviso d uno zolfanello15 illuminatore, rivivevano poi nei timpani della gente a distanza di ore, o di mesi, dalla enunciazione: come dopo un misterioso tempo incubatorio. «Già! riconosceva l interessato: «il dottor Ingravallo me l aveva pur detto . Sosteneva, fra l altro, che le inopinate16 catastrofi non sono mai la conseguenza o l effetto che dir si voglia d un unico motivo, d una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica17 nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti.18 Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo. Ma il termine giuridico «le causali, la causale gli sfuggiva preferentemente19 di bocca: quasi contro sua voglia. L opinione che bisognasse «riformare in noi il senso della categoria di causa quale avevamo dai filosofi,20 da Aristotele o da Emmanuele Kant, e sostituire alla causa le cause era in lui una opinione centrale e persistente: una fissazione, quasi: che gli evaporava21 dalle labbra carnose, ma piuttosto bianche, dove un mozzicone di sigaretta spenta pareva, pencolando22 da un angolo, accompagnare la sonnolenza dello sguardo e il quasi-ghigno, tra amaro e scettico, a cui per «vecchia abitudine soleva atteggiare la metà inferiore della faccia, sotto quel sonno della fronte e delle palpebre e quel nero pìceo23 della parrucca. Così, proprio così, avveniva dei «suoi delitti. «Quanno me chiammeno! 24 già. Si me chiammeno a me può sta ssicure ch è nu guaio: quacche gliuommero de sberretà 25 diceva, contaminando napolitano, molisano, e italiano. La causale apparente, la causale principe,26 era sì, una. Ma il fattaccio era l effetto di tutta una rosa di causali che gli eran soffiate addosso a molinello27 (come i sedici venti della rosa dei venti quando s avviluppano a tromba28 in una depressione ciclonica) e avevano finito per strizzare nel vortice del delitto la debilitata «ragione del mondo .29 Come si storce il collo a un pollo. E poi soleva dire, ma questo un po stancamente, «ch i femmene se retroveno addò n i vuò truvà .30 Una tarda riedizione italica del vieto «cherchez la femme .31 E poi pareva pentirsi, 13 agnello d Astrakan: la pelliccia di que- sto animale ricorda la capigliatura di Ingravallo, nera, lucida e riccioluta. Astrakan (o Astrachan) è il nome della città russa dove, sin dall Ottocento, si è diffusa l industria della concia delle pelli. 14 teoretica: teorica. 15 zolfanello: fiammifero. 16 inopinate: latinismo per inattese , impreviste . 17 punto di depressione ciclonica: in meteorologia indica una bassa pressione atmosferica, segno dunque di maltempo. L autore allude al venir meno di tutte le convinzioni. 18 causali convergenti: cause concomi- tanti. 19 preferentemente: di preferenza. 20 quale avevamo dai filosofi: così come era stata teorizzata dai filosofi. 21 evaporava: usciva fuori. 22 pencolando: penzolando. 23 pìceo: come la pece. 24 chiammeno: chiamano. 25 quacche gliuommero de sberretà: qualche groviglio da sbrogliare. 26 principe: principale. 27 a molinello: in un vortice. 28 s avviluppano a tromba: si arrotolano a formare una tromba d aria. 29 strizzare nel vortice del mondo: un delitto riduce ( strizza ) ancora peggio di quel che è la già di per sé debole (debilitata) ragione del mondo (ovvero il senso e la motivazione di ciò che accade nella realtà), rendendola insensata. 30 i femmene truvà: le donne si ritrovano anche dove non ci si aspetta di trovarle. 31 riedizione la femme: versione italiana (italica) del vecchio (vieto) adagio francese cherchez la femme ( cercate la donna ), che indica la presenza della passione amorosa anche nei casi in cui sembra non avere rilievo. Il concetto viene spiegato qualche riga dopo. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL SECONDO NOVECENTO / 573

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi