Classe di letteratura - volume 3B

30 35 40 45 50 55 imparato e insegnato: e i matemi e le quadrature di Keplero17 che perseguono nella vacuità degli spazi senza senso18 l ellisse del nostro disperato dolore.19 Vagava, nella casa, come cercando il sentiero misterioso che l avrebbe condotta ad incontrare qualcuno: o forse una solitudine soltanto, priva d ogni pietà e d ogni imagine. Dalla cucina senza più fuoco alle stanze, senza più voci: occupate da poche mosche. E intorno alla casa vedeva ancora la campagna, il sole. Il cielo, così vasto sopra il tempo dissolto,20 si adombrava talora delle sue cupe nuvole;21 che vaporavano rotonde e bianche dai monti e cumulate e poi annerate ad un tratto22 parevano minacciare chi è sola nella casa, lontani i figli, terribilmente. Ciò accadde anche nello scorcio di quella estate, in un pomeriggio dei primi di settembre, dopo la lunga calura che tutti dicevano sarebbe durata senza fine: trascorsi una diecina di giorni da quando aveva fatto chiamare la custode, con le chiavi: e, da lei accompagnata, era voluta discendere al Cimitero. Quella minaccia23 la feriva nel profondo. Era l urto, era lo scherno di forze o di esseri non conosciuti, e tuttavia inesorabili alla24 persecuzione: il male che risorge ancora, ancora e sempre, dopo i chiari mattini della speranza. Ciò che più la soleva sgomentare fu sempre il malanimo impreveduto di chi non avesse cagione25 alcuna da odiarla, o da offenderla: di quelli a cui la sua fiducia così pura si era così trasportatamente26 rivolta, come ad eguali e a fratelli in una superiore società delle anime. Allora ogni soccorrevole esperienza e memoria, valore e lavoro, e soccorso della città e della gente, si scancellava a un tratto dalla desolazione dell istinto mortificato, l intimo vigore della consapevolezza si smarriva:27 come di bimba urtata dalla folla, travolta. La folla imbarbarita degli evi persi,28 la tenebra delle cose e delle anime erano un torbido enigma, davanti a cui si chiedeva angosciata (ignara come smarrita bimba) perché, perché. L uragano, e anche quel giorno, soleva percorrere con lunghi ululati le gole paurose delle montagne, e sfociava poi nell aperto contro le case e gli opifici29 degli uomini. Dopo ogni tetro accumulo di sua rancura, per tutto il cielo si disfrenava alle folgori, come nel guasto e nelle rapine un capitanaccio dei lanzi a gozzovigliare tra sinistre luci e spari.30 Il vento, che le aveva rapito il figlio verso smemoranti cipressi,31 ad ogni finestra pareva cercare anche lei, anche lei, nella casa. Dalla finestretta delle scale, una raffica, irrompendo, l aveva ghermita32 per i capegli:33 scricchiolavano da parer istiantare i pianciti e le loro intravature di legno:34 come fasciame, come 17 i matemi e le quadrature di Keplero: i matemi hanno il significato di formule e calcoli molto difficili, mentre quadratura è un antico termine tecnico che indica la soluzione delle equazioni differenziali. 18 che perseguono senza senso: destituiti di apparato sensorio e quindi di sensitiva (N.d.A.), ossia incapaci di provare sensazioni. 19 l ellisse dolore: la misurazione dell orbita della Terra diventa metaforicamente la misura del dolore umano. 20 dissolto: consumato. 21 si adombrava talora delle sue cupe nuvole: le nuvole fanno ombra al cielo stesso, rendendolo più cupo. 22 che vaporavano ad un tratto: le nuvole, prima bianche e rotonde, diventano improvvisamente nere, minacciando il temporale. Il verbo cumulare infatti indica la trasformazione delle nuvole in cumuli-nembi, tipici dei temporali. 23 Quella minaccia: l incombere del temporale. 24 alla: nella. 25 cagione: ragione. 26 trasportatamente: con trasporto. 27 Allora ogni soccorrevole si smarriva: tutte le certezze della donna (la consapevolezza di ciò che aveva fatto per gli altri) vengono meno di fronte al terrore. 28 La folla persi: le genti barbare del passato (evi persi). 29 opifici: fabbriche. 30 Dopo spari: dopo aver raccolto la sua rabbia e il suo rancore (rancura), l uragano esplode violentemente in una tempe- sta di fulmini, come avrebbe potuto fare un losco capitano dei lanzichenecchi (lanzi) intento alle sue razzie tra lampi e spari di pistola. Anche in questo caso il verbo accumulare rimanda al cumulo-nembo. 31 Il vento cipressi: il vento della morte che le aveva portato via il figlio conducendolo verso il cimitero. I cipressi sono smemoranti poiché simboleggiano l oblio causato dalla morte. 32 ghermita: afferrata. 33 capegli: capelli. 34 scricchiolavano legno: le liste di legno (le intravature) del pavimento (pianciti) scricchiolavano tanto da sembrare che stessero per cedere e schiantarsi (istiantare). IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL SECONDO NOVECENTO / 563

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi