Classe di letteratura - volume 3B

30 35 40 45 50 55 60 65 passera.11 Gli dicemmo chi ero e di dove venivo; Valino non cambiò quella faccia scura, disse soltanto che la terra della riva era magra e tutti gli anni la pioggia ne portava via un pezzo. Prima di andarsene mi guardò, guardò Nuto e gli disse: «Vieni una volta su di là. Voglio farti vedere quella tina12 che perde . Poi Nuto mi aveva detto: «Tu in Gaminella non mangiavi tutti i giorni . Non scherzava più, adesso. «Eppure non vi toccava spartire.13 Adesso il casotto l ha comprato la madama della Villa e viene a spartire i raccolti con la bilancia 14 Una che ha già due cascine e il negozio . Poi dicono i villani ci rubano, i villani sono gente perversa Da solo ero tornato su quella strada e pensavo alla vita che poteva aver fatto il Valino in tanti anni sessanta? forse nemmeno che lavorava da mezzadro. Da quante case era uscito, da quante terre, dopo averci dormito, mangiato, zappato col sole e col freddo, caricando i mobili su un carretto non suo,15 per delle strade dove non sarebbe ripassato. Sapevo ch era vedovo, gli era morta la moglie nella cascina prima di questa e dei figli i più vecchi erano morti in guerra non gli restava che un ragazzo e delle donne. Che altro faceva in questo mondo? Dalla valle del Belbo16 non era mai uscito. Senza volerlo mi fermai sul sentiero pensando che, se vent anni prima non fossi scappato, quello era pure il mio destino. Eppure io per il mondo, lui per quelle colline, avevamo girato girato, senza mai poter dire: Questi sono i miei beni. Su questa trave17 invecchierò. Morirò in questa stanza . Arrivai sotto il fico, davanti all aia, e rividi il sentiero tra i due rialti erbosi. Adesso ci avevano messo delle pietre per scalini. Il salto18 dal prato alla strada era come una volta erba morta sotto il mucchio delle fascine, un cesto rotto, delle mele marce e schiacciate.19 Sentii il cane di sopra scorrere lungo il filo di ferro.20 Quando sporsi la testa dagli scalini, il cane impazzì. Si buttò in piedi, ululava, si strozzava. Seguitai a salire, e vidi il portico, il tronco del fico, un rastrello appoggiato all uscio la stessa corda col nodo pendeva dal foro dell uscio. La stessa macchia di verderame21 intorno alla spalliera sul muro. La stessa pianta di rosmarino sull angolo della casa. l odore, l odore della casa, della riva, di mele marce, d erba secca e di rosmarino. Su una ruota stesa per terra era seduto un ragazzo, in camicino e calzoni strappati, una sola bretella, e teneva una gamba divaricata, scostata in un modo innaturale. Era un gioco quello? Mi guardò sotto il sole, aveva in mano una pelle di coniglio secca, e chiudeva le palpebre magre per guadagnar tempo. Io mi fermai, lui continuava a batter gli occhi; il cane urlava e strappava il filo. Il ragazzo era scalzo, aveva una crosta sotto l occhio, le spalle ossute e non muoveva la gamba. D improvviso mi ricordai quante volte avevo avuto i geloni, le croste 11 passera: passa. 12 tina: forma toscana per tino , grande recipiente di legno in cui viene messa l uva a fermentare. 13 Eppure spartire: Padrino (il genitore adottivo di Anguilla) era povero, ma era il proprietario della cascina di Gaminella, e quindi non doveva dividere (spartire) il guadagno con nessuno. 14 Adesso il casotto bilancia: la padrona (madama, in dialetto piemontese) della Villa ha comprato la cascina di Gaminel- la e viene a prendere ogni anno metà del raccolto, come prevedevano i contratti di mezzadria, misurando attentamente (con la bilancia) le quantità. 15 un carretto non suo: Valino non possiede nemmeno il carro utilizzato per i frequenti traslochi. 16 Belbo: il fiume che attraversa le Langhe. 17 trave: la trave nel cortile delle cascine era usata come una panca, su cui ci si sedeva nei momenti di riposo e nelle veglie. 18 Il salto: lo scoscendimento. 532 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA 19 erba morta mele marce e schiaccia- te: «l elenco dei materiali usati per colmare il dislivello testimonia la povertà di Valino (Tesio). 20 il filo di ferro: nel quale è infilata la catena che lega il cane. 21 verderame: caratteristica patina verdastra che si forma, con l umidità e il tempo, sugli oggetti di rame in seguito all esposizione all aria.

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi