INTRECCI CINEMA - Il Neorealismo

intre cci CINEMA Il Neorealismo ] Anna Magnani e Aldo Fabrizi in Roma città aperta (1945) di Rossellini; S Enzo Staiola e Lamberto Maggiorani in Ladri di biciclette (1948) di De Sica; X Silvana Mangano in Riso amaro (1949) di De Santis. Cinema anno zero Nell Italia del dopoguerra nasce un nuovo modo di fare cinema, il Neorealismo, che rivoluziona aspetti formali e narrativi e modalità produttive. Dalla fine degli anni Trenta sulle riviste specializzate si dibatteva circa la necessità di una maggiore verosimiglianza di personaggi, situazioni e luoghi, sull esempio di Giovanni Verga. L esperienza bellica è il punto di svolta: nel solco di un nuovo umanesimo, il cinema intende non limitarsi a consolare dalle ingiustizie e dalle sofferenze, ma contribuire a eliminarle, ritraendo la realtà dopo i disastri della guerra e del fascismo con uno sguardo attento alle cose, agli uomini comuni, alla vita quotidiana. un «cinema dei fatti , dice il critico francese André Bazin. anno zero, girato da Rossellini due anni dopo. Con Il bandito (1946) Alberto Lattuada realizza invece un corposo racconto drammatico incentrato sulla condizione dei reduci, mentre in Proibito rubare (1948) Luigi Comencini narra con severo sguardo realistico la Napoli dei bassifondi e degli scugnizzi . Nel Sud è ambientato anche La terra trema, diretto da Luchino Visconti nel 1948 e liberamente ispirato ai Malavoglia di Verga; nello stesso anno esce Ladri di biciclette di De Sica, dedicato all emergenza del lavoro. Con Riso amaro (1949) Giuseppe De Santis descrive lo sfruttamento delle mondine piemontesi e lancia l attrice Silvana Mangano come icona; il film fa registrare alti incassi, un eccezione tra le pellicole neorealiste. Uno stile nuovo per decifrare la realtà La seconda fase e l eredità neorealista Respingendo ogni finzione, il cinema neorealista rifiuta i teatri di posa e sceglie ambienti reali (esterni e interni); privilegia i volti anonimi spesso ricorrendo ad attori non professionisti e il parlato naturale, a volte dialettale. L opera riconosciuta come iniziatrice del Neorealismo è firmata da Roberto Rossellini nel 1945: è Roma città aperta, sentita evocazione della Resistenza antitedesca. L anno seguente Rossellini dirige Paisà, che percorre l Italia dalla Sicilia al Po narrando episodi della lotta di Liberazione. Il cinema neorealista racconta anche i drammi dell infanzia in un mondo traumatizzato dalla guerra, come in Sciuscià, diretto da Vittorio De Sica nel 1946, e in Germania Nel 1948-1949 il Neorealismo ha già esaurito la sua forza propulsiva: è privo di un progetto di politica cinematografica su presupposti e scopi, e l unità antifascista, che è stata il suo retroterra, è finita; da qui al 1952 (anno in cui l esperienza può dirsi pressoché conclusa) i film sono sempre più legati all estro degli autori, alcuni dei quali guardano alla commedia. Si registrano così un Neorealismo comico (Totò cerca casa, 1949, e Guardie e ladri, 1951, codiretti da Steno e Mario Monicelli), un Neorealismo sentimentale (Domenica d agosto, 1950, di Luciano Emmer), un Neorealismo rosa (Due soldi di speranza, 1952, di Renato Castellani). Il cinema di Rossellini si connota sempre più per una scelta coerente di depurato spi- 478 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi