Classe di letteratura - volume 3B

40 45 50 55 60 65 70 presso la finestra, fabbricava scope e panieri, impagliava fiaschi.5 Era l unico lavoro che poteva fare : da giovane era stato molto ammalato. Non certo questa vita aveva sognato quando era ragazzo e faceva ogni giorno trenta chilometri in bicicletta per andare a scuola in città. La malattia lo aveva costretto a lasciare lo studio, poi ad entrare in un sanatorio: «Là sono guarito, lo dicevano i dottori. Guarito come possono guarire quelli che hanno quella malattia.6 Mio babbo faceva il contadino, questa casa era sua, e anche il podere. Ma poi abbiamo dovuto venderlo, il podere, e metà della casa,7 perché io non potevo lavorare la terra. Facevo però molti chilometri in bicicletta, per andare a far l amore con l Agnese . Si mise a ridere; aveva la bocca viva e larga, gli occhi buoni, sembrava molto più giovane di sua moglie. «Mi ha voluto perché ero più istruito degli altri , disse. «Lei era bella, alta, non grossa come adesso, sai, militare . L Agnese lo guardò con severità, ma le ridevano gli occhi: «Non gliene importa niente , disse, indicando il soldato. «Finiscila con queste storie . Il soldato masticava in silenzio; si capiva che aveva molta fame arretrata, trascinata con sé dalle soste nei fossi e sotto gli alberi, dalle secche mangiate di pane8 che erano state i suoi pranzi di tutti quei giorni. Sembrava un po stanco, ma allegro: stava bene, sazio, con gente fida9 e i piedi in riposo sotto la tavola. Pensava che tra poco sarebbe andato a dormire. L Agnese uscì col secchio a prendere l acqua al pozzo. S era fatto buio: il buio di una sera d estate che pareva ormai fuori della guerra, al sicuro. Palita disse, con voce affettuosa: «L Agnese è sempre stata brava. Lavora lei per me, fa la lavandaia al paese. Mi tiene con tutte le cure come un bambino. Senza lei non sarei più vivo . Si sentì stridere la carrucola, poi il passo dell Agnese, e il suono dell acqua che si versava dalla secchia piena. La cucina era già tutta scura. Palita si curvò verso il soldato; si vergognava a un tratto di aver sempre parlato di sé. Disse: «Allegro, militare, la guerra è finita . Voleva chiedergli se aveva la mamma e se era contento di essere sulla via di casa. Ma il soldato dormiva. Qualcuno di fuori bussò alla porta della cucina, e la Agnese spense il lume ed aprì. Era la Minghina eccitata e ansante:10 «Dovete subito mandar via quel soldato. Le mie figlie hanno detto che sono arrivati molti tedeschi in paese. Se trovano dei disertori portano via anche quelli che li hanno nascosti . L Agnese l interruppe: «Quante storie. In casa mia tengo chi voglio. I tedeschi non c entrano . Dalla strada veniva un rumore sordo di carri, un rombo di camion fermi col motore acceso, e delle voci forti, aspre come fruste. «Sentite? disse la Minghina. «Le mie figlie hanno detto che torna su11 il fascismo, e tutti quelli che hanno fatto festa il 25 luglio12 li porteranno in Germania.13 Mandate via quel soldato . L Agnese fece il 5 impagliava fiaschi: intrecciava con la paglia la copertura della parte inferiore e il fondo del fiasco, la tipica bottiglia a forma di grande pera usata per il vino di qualità dozzinale. 6 quella malattia: la tubercolosi polmonare. 7 e metà della casa: la metà in cui vive la famiglia della Minghina. Si tratta di una casa colonica, quindi abbastanza grande per più di un nucleo famigliare, come normale nelle civiltà agricole. 8 secche mangiate di pane: pasti a base di pane secco. 9 gente fida: persone affidabili, degne di fiducia. 10 ansante: con il fiatone per l agitazione. 11 torna su: ritorna al potere. 12 il 25 luglio: la data della destituzione dall incarico di Primo ministro e dell arresto di Mussolini. 13 in Germania: deportati nei campi di lavoro. Le parole valgono sanatorio Quando, prima della scoperta degli antibiotici, la tubercolosi mieteva molte vittime, il sanatorio era un luogo ben noto, tanto da fornire l ambientazione di celebri romanzi, come La montagna incantata di Thomas Mann. Il sanatorio era un istituto ospedaliero ubicato in zone dal clima salubre e attrezzato in modo tale da offrire, oltre alle normali terapie mediche, la possibilità di cure particolari (elioterapiche, igieniche e dietetiche) a determinate categorie di pazienti, specialmente, come si diceva, quelli affetti da malattie polmonari. Il vocabolo può essere utilizzato anche come aggettivo, ma quasi esclusivamente nel linguaggio giuridico e amministrativo: per esempio nell espressione «provvedimento sanatorio . Sapresti spiegarne il significato? LA CORRENTE / IL NEOREALISMO / 473

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi