Le forme e le fonti

IN BREVE Spesso i poeti crepuscolari scelgono temi cupi perché condizionati dai propri malesseri psicologici o fisici. noia: «Chinar la testa che vale, / che vale fissare il sole / e unir parole a parole / se la vita è sempre uguale? (Che vale?). Ancora, Spleen è il titolo, apertamente baudelairiano, di una poesia di Corazzini. La malattia e la morte D altra parte, ad alimentare questo stato d animo concorrono, oltre a una generale situazione di crisi ideologica, anche particolari condizioni di vita difficili, soprattutto per la presenza, sul piano biografico, della malattia: malattia spirituale ma anche fisica, almeno in Corazzini e Gozzano, scomparsi prematuramente a causa della tubercolosi. Titoli di liriche come Il fanciullo suicida, Rime del cuore morto, Isola dei morti rendono evidente la centralità della tematica funebre nella produzione di Corazzini. E Gozzano, pur con la tendenza all attenuazione che gli è tipica, rievoca in una poesia che già nel titolo Alle soglie contiene un cenno all imminenza della morte le inutili visite mediche, con i medici che «Mi picchiano in vario lor metro spiando non so quali segni, / m auscultano con li ordegni il petto davanti e di dietro. / E senton chi sa quali tarli i vecchi saputi A che scopo? / Sorriderei quasi, se dopo non bisognasse pagarli . | LE FORME E LE FONTI | La loro poesia cerca di assomigliare alla prosa: la sintassi diventa sobria e disadorna, il lessico si amplia, accogliendo termini fino a quel momento ritenuti non poetici. La ricerca del prosaico Pur nel comune rifiuto della magniloquenza della tradizione, il sermo humilis dei Crepuscolari cioè la loro lingua semplice e di uso quotidiano si declina in maniera diversa da autore ad autore. Comune a tutti, però, è un dettato che tende ad avvicinare la poesia ai modi della prosa: uno stile dimesso, sia nelle scelte lessicali (termini di uso comune al punto da sembrare talvolta banali), sia nelle strutture sintattiche. I confini del poetabile si allargano non più argomenti e contenuti alti, sublimi, bensì una nuova centralità delle situazioni di tutti i giorni e di conseguenza si amplia il campo lessicale della poesia. In tal senso i Crepuscolari portano alle estreme conseguenze la rivoluzione pascoliana che, offrendo cittadinanza nel regno della poesia a oggetti, presenze e temi prima esclusi, aveva dilatato, per necessità, le basi lessicali della lingua poetica. Ecco quindi le onomatopee, le interiezioni, le reticenze (la figura retorica delle sospensioni e dei sospiri), nonché i vocaboli nuovi , tratti dalla scienza, dalla tecnica, dalle lingue straniere, insomma dalle parole usate quotidianamente da tutti (e non solo dai poeti). Nessuna solennità, nessuna oratoria, ma rime paradossali come quella che accosta il banale e prosaico termine «camicie al grande filosofo tedesco «Nietzsche , ideatore della dottrina del superuomo (Gozzano, La signorina Felicita) e un gusto diffuso per i diminutivi e i vezzeggiativi, quasi a voler ridurre, anche a livello di quantità e dimensioni, la portata di quanto è cantato in questi versi. Natura morta con strumenti per scrivere, arte romana. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. 44 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi