Classe di letteratura - volume 3B

IN BREVE Nel dopoguerra aderisce al Neorealismo e pubblica nel 1945 il suo capolavoro Uomini e no sulla Resistenza a Milano. Nello stesso anno dà vita alla rivista Il Politecnico in polemica con il realismo socialista e la politica culturale del Pci. la parola GAPPISTA/ Durante la Resistenza vengono chiamati gappisti gli appartenenti ai Gap (Gruppi di azione patriottica), nuclei di partigiani che operano nelle città, formati da pochi uomini armati, attivi nella lotta contro i fascisti e i tedeschi. memoria e la fantasia, fra un intonazione lirica e un clima tragico, dove si avverte l influsso di quei narratori americani, da William Faulkner (1897-1962) a William Saroyan (19081981), di cui in quegli stessi anni era assiduo traduttore. Il periodo neorealista Con l avvento della stagione neorealista, i temi e lo stile della sua narrativa cambiano sensibilmente. In Uomini e no (1945), ispirato alla Resistenza italiana (da lui vissuta in prima persona come partigiano a Milano), l immediatezza del contenuto, reso in chiave documentaristica, porta lo scrittore a una netta crudezza verbale, mai disgiunta però da una certa tensione epica e lirica. Più che le temerarie imprese dei gappisti , nel romanzo trovano posto le riflessioni del protagonista, un partigiano soprannominato Enne 2, maturate durante le lunghe ore di attesa e solitudine, che lo portano a rinunciare alla lotta, rifiutando di salvarsi e abbandonandosi così al proprio destino di morte. Non mancano, tuttavia, pagine di forte impatto espressivo sulle violenze perpetrate dai tedeschi ai danni della popolazione civile, pagine che conferiscono all opera una straziante efficacia, a dispetto di uno stile che appare oggi piuttosto lontano dal nostro gusto e dalla nostra sensibilità. Le opere successive sono il racconto Il Sempione strizza l occhio al Fréjus (1947), allegoria del ricostituirsi dei rapporti sociali nel dopoguerra attraverso la vicenda esemplare di un vecchio che ha lavorato ai grandi trafori e che ora attende in silenzio di morire, e il romanzo Le donne di Messina (1949). Quest ultimo è incentrato sul motivo della ricostruzione di un Italia migliore a partire dalle macerie lasciate dalla guerra, in un utopia collettivistica in grado di superare i condizionamenti della società industriale. In queste opere lo scrittore, pur utilizzando strutture narrative di tipo realistico, ripropone nello stile della narrazione quella componente di astrazione simbolica tipica della sua prima produzione letteraria. Nel 1957, infine, Vittorini raccoglie i suoi scritti critici, letterari e di costume nel volume Diario in pubblico, testimonianza del suo ruolo centrale di organizzatore culturale nell Italia del secondo dopoguerra. Partigiani sulle montagne dell Italia centrale durante la Seconda guerra mondiale. 434 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi