Classe di letteratura - volume 3B

rie dell economia e dei mercati finanziari, dall aggressività dei messaggi pubblicitari, dall invadenza della televisione, dal flusso ininterrotto delle informazioni sulle reti telematiche. Tale condizione si caratterizza soprattutto per una disincantata rilettura della Storia, definitivamente sottratta a ogni finalismo, e per l abbandono delle grandi visioni del mondo e dei grandi progetti di trasformazione propri dell età moderna. La crisi delle «grandi narrazioni Il concetto di Postmoderno entra nel dibattito filosofico e culturale nel 1979, anno in cui il filosofo francese Jean-Fran ois Lyotard (1924-1998) pubblica il saggio La condizione postmoderna. L età contemporanea è descritta da Lyotard come quella in cui avviene la delegittimazione delle «grandi narrazioni , ovvero delle prospettive filosofiche e ideologiche che, a partire dall Illuminismo, hanno ispirato le credenze e i valori della cultura occidentale: l idea del progresso come continuo miglioramento delle condizioni di vita, il processo di emancipazione degli individui dallo sfruttamento, l aspirazione a un sapere oggettivo e assoluto. Non più legata a questi grandi progetti e disancorata dalle dottrine forti , giudicate potenzialmente totalitarie, l età postmoderna rinuncia al concetto di verità e si caratterizza piuttosto per una pluralità di discorsi pragmatici, che hanno soltanto una validità strumentale e contingente. Il «pensiero debole Nella riflessione del filosofo torinese Gianni Vattimo (n. 1936), l epoca postmoderna è dominata da un «pensiero debole , che prende atto della dissoluzione dei valori assoluti. La conoscenza e la verità possono darsi soltanto nella discussione e nel confronto, e sono sottoponibili a revisione ogniqualvolta emergano nuovi punti di vista o siano offerte dimostrazioni più convincenti (secondo un approccio che richiama quello del filosofo della scienza austriaco Karl Popper, 1902-1994). L esistenza di una verità non è dunque negata, ma relativizzata e considerata «debole in quanto strettamente legata al contesto in cui nasce. In quest ottica, tutti gli ideali della tradizione sono desacralizzati, sebbene sia ancora possibile trovare in essi dei significati (come accade per esempio con i contenuti e i riti della religione). La fine delle avanguardie Il divario con il concetto di avanguardia è assoluto: non esiste più alcuna possibilità di anticipare o prevedere la direzione della Storia; si può soltanto osservare il presente e la sua molteplicità, senza tentare di fornirne una visione totalizzante. Le conseguenze si manifestano anche sul versante creativo: l arte rinuncia a studiare nuovi stili e si abbandona a una sorta di estetica della citazione e del riuso, ironico e spregiudicato, del repertorio di forme del passato, in cui è abolita ogni residua distinzione tra i prodotti alti della cultura d élite e quelli bassi della cultura di massa. La letteratura nell orizzonte della postmodernità A distanza di alcuni decenni dalle sue prime formulazioni, la categoria di Postmoderno rimane caratterizzata da non poche ambiguità, anche quando ci si voglia soffermare esclusivamente sul dibattito criticoestetico riguardante la letteratura. In questo campo, al mutamento di sensibilità prodottosi nelle società del capitalismo maturo corrisponderebbe un ritorno all immagine lirica e alla libera espressione dell io nella poesia, e al piacere della narrazione, con una mescolanza di elementi storici e fantastici, nella prosa. A caratterizzare le nuove generazioni di scrittori sarebbe soprattutto la consapevolezza di venire dopo e la volontà di andare oltre i diversi sperimentalismi che hanno segnato il Novecento. Si spiegano così i metaromanzi, che discutono sul proprio statuto e sulle proprie regole compositive, o le prose complesse che combinano in raffinati pastiche allusioni colte e finzione, giocando ironicamente con i meccanismi della narrativa di consumo. Nella produzione italiana, due romanzi emblematici di tali tendenze sono stati Se una notte d inverno un viaggiatore di Italo Calvino, pubblicato nel 1979, e Il nome della rosa di Umberto Eco, edito l anno successivo, entrambi accolti con grande favore dal pubblico e dalla critica. La contaminazione e la mescolanza sono insomma le costanti della letteratura di questi decenni, così come delle arti figurative. Non ha quasi più senso parlare di generi e discipline: tutto si scioglie in una permanente intertestualità, in cui si collegano frammenti di testo anche molto lontani per lingua o tradizione, ma apparentati da consonanze e da evocazioni (anche casuali). La decostruzione un altra posizione filosofica strettamente connessa alla riflessione sul Postmoderno si presenta allora come una 414 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi