INTRECCI STORIA - La coscienza della diseguaglianza

intre cci STORIA OBIETTIVO 5 PARIT DI GENERE La coscienza della diseguaglianza La rivoluzione del femminismo La questione femminile Negli anni Sessanta, lo sviluppo economico porta a un coinvolgimento sempre più ampio delle donne nel sistema produttivo: nei paesi più industrializzati esse costituiscono quasi un terzo della manodopera occupata. Tale fenomeno ha conseguenze importanti sia nell ambito della vita sociale ed economica, sia nella struttura stessa della famiglia tradizionale. La coscienza della diseguaglianza tra i sessi e la necessità di rivedere i rapporti di potere e le gerarchie non sono più soltanto appannaggio di poche menti illuminate, ma cominciano ad affiorare anche nella sensibilità collettiva. Il perdurare del maschilismo Il dibattito sulla condizione femminile prende vigore anche in Italia, dove più radicati sono i retaggi arcaici di una mentalità maschilista. Nel momento in cui le donne conquistano il voto (1946) e le più vistose discriminazioni legali cominciano a cadere, l immagine femminile rimane ancora legata a stereotipi difficili da estirpare. Contro coloro che sostengono una diversificazione a priori dei ruoli assunti nella società dall uomo e dalla donna, in dipendenza dalle differenze biologiche, la scrittrice francese Simone de Beauvoir (1908-1986), nel libro Il secondo sesso (1949), replica provocatoriamente che «donne si diventa , denunciando come il rapporto femminile con la natura e la cultura sia sempre mediato dall uomo. Femminismo e Sessantotto La condizione di oppressione della donna nella società industriale e il contrasto tra le sue capacità e le mansioni svolte (quasi sempre di livello inferiore a quelle maschili) sono analizzati dalle attiviste americane; fondamentale in questo senso è soprattutto l apporto della statunitense Betty Friedan (1921-2006). Ma è sull onda della contestazione giovanile del 1968 che le idee femministe si diffondono, grazie a vasti movimenti che si impongono all attenzione pubblica con gesti clamorosi e provocatori. La militanza femminista porta anche alla nascita di strutture che organizzano programmi di assistenza sociale (i consultori, per esempio, o i centri per la tutela delle vittime di violenza), mentre le battaglie civili per rivendicare alle donne la facoltà di decidere del proprio corpo ossia di stabilire autonomamente come comportarsi in tema di sessualità, contraccezione, maternità gettano le basi per l approvazione, da parte dei governi, di leggi sul divorzio e sull aborto (introdotte nell ordinamento giuridico italiano, rispettivamente, nel 1970 e nel 1978). Una battaglia ancora da vincere Verso la fine degli anni Settanta il femminismo cessa pressoché di esistere come movimento. Il raggiungimento di alcuni obiettivi che ne avevano determinato lo sviluppo, la mancanza di organizzazione, la pluralità, spesso conflittuale, delle varie posizioni, oltre che il clima generale di riflusso , ne indeboliscono la forza. Alcune posizioni estreme sono state oggetto di ripensamento, ma non è venuta meno la richiesta di una maggiore presenza femminile nelle istituzioni e di un più ampio riconoscimento delle esigenze e delle aspirazioni delle donne nella società. Le idee femministe sono penetrate nell opinione pubblica, nei partiti politici, nei sindacati, nei mass media, seppur in modo discontinuo e a volte precario. Dagli anni Novanta in poi si è assistito a una nuova ondata femminista, impegnata in prima linea nella battaglia contro la violenza di genere, per l emancipazione sessuale e contro lo svilimento della figura femminile. A partire dagli anni Dieci del nuovo secolo, il movimento femminista ha iniziato a definirsi anche intersezionale , perché porta avanti battaglie che si intersecano con quelle di genere: la lotta contro il razzismo, il sessismo, l abilismo, l omofobia, la xenofobia caratterizza il femminismo del nuovo millennio. L EPOCA E LE IDEE / 409

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi