L’Italia dalla caduta del fascismo ai giorni nostri

ordinarie per cercare di contenere un contagio che ha messo sotto pressione il sistema sanitario delle diverse regioni coinvolte. Il ritardo di alcuni paesi (tra i quali Regno Unito, Stati Uniti, Brasile) nell affrontare la pandemia, la cui gravità è stata inizialmente negata o sottostimata, ha determinato conseguenze molto pesanti in termini di perdita di vite umane, ma anche la stessa Unione Europea ha mostrato i limiti di un inadeguato coordinamento tra gli Stati membri sul piano delle azioni da intraprendere. Elaborare risposte più efficaci a future emergenze sanitarie, sviluppare la collaborazione tra le diverse istituzioni, mettere in atto politiche capaci di affrontare la recessione economica e l aumento dei livelli di indigenza determinati dalla pandemia sono le sfide più importanti che attendono il pianeta nei prossimi anni. | L ITALIA DALLA CADUTA DEL FASCISMO AI GIORNI NOSTRI | La nascita della Repubblica In Italia il fascismo cade dopo oltre vent anni dalla presa del potere. Il 25 luglio 1943, di fronte ai continui insuccessi militari, all invasione americana della Sicilia e all ormai dilagante malcontento popolare, il Gran Consiglio mette in minoranza Mussolini, che viene destituito e arrestato. L 8 settembre 1943 il nuovo governo guidato dal maresciallo Pietro Badoglio rende noto l armistizio con le forze alleate, che lascia la nazione in balia dell esercito tedesco occupante, mentre la famiglia reale e il governo stesso fuggono a Brindisi. Mussolini, liberato dai nazisti il 12 settembre, viene posto a capo della Repubblica sociale italiana (Rsi), con capitale Salò, sul lago di Garda: una formazione statale che, al di là dei richiami propagandistici alle origini socialiste del fascismo, è al servizio delle esigenze militari tedesche nelle aree della penisola non ancora conquistate dall avanzata anglo-americana. L Italia si ritrova così divisa tra un Sud governato da Badoglio con il sostegno degli Alleati, e un Nord lacerato da una sanguinosa guerra civile tra fascisti e partigiani, che nel frattempo hanno dato vita alla Resistenza contro l invasore tedesco. Dopo quasi due anni di eccidi e massacri, l Italia viene liberata dal fascismo e dalle truppe naziste il 25 aprile 1945 (ancor prima dell arrivo dell esercito alleato) con l insurrezione generale proclamata dal Comitato di liberazione nazionale (Cln) che raccoglie i partiti antifascisti. Le conseguenze del conflitto sono devastanti: l apparato economico è annichilito e le condizioni di vita di molta parte della popolazione sono prossime all indigenza. Con la fine della guerra cambia radicalmente anche il volto politico e istituzionale dello Stato italiano: il referendum del 2 giugno 1946, infatti, stabilisce la nascita della Repubblica, mentre nel dicembre del 1947 l Assemblea costituente proclama la nuova Costituzione, che entra in vigore il 1° gennaio 1948. Presto, però, l unità delle forze antifasciste viene meno per l affiorare delle tensioni della guerra fredda. Il 18 aprile 1948, in occasione delle prime elezioni politiche, si contrappongono non solo due diverse concezioni ideologiche, ma due diverse Italie: quella moderata e cattolica rappresentata dalla Democrazia cristiana (Dc) di Alcide De Gasperi e quella socialista e comunista che si raduna sotto le insegne garibaldine del Fronte popolare. Le implicazioni della schiacciante vittoria della Dc vanno molto oltre il semplice esito della consultazione elettorale: il sistema di potere che ne scaturisce (imperniato sulla Dc ma con il sostegno di forze politiche satelliti) durerà per oltre quarant anni, fissando i caratteri fondamentali della politica italiana e posizionando il paese nella sfera di influenza degli Stati Uniti. Dal miracolo economico al Sessantotto Il boom economico che coinvolge il mondo industrializzato negli anni Cinquanta e Sessanta ha effetti fragorosi anche in Italia: nel giro di qualche anno, da paese tradizionalmente agricolo la penisola si ritrova a essere una delle grandi potenze industrializzate del pianeta. Gli italiani sperimentano per la prima volta gli effetti di un benessere diffuso, che porta, tra l altro, i nuovi elettrodomestici (frigoriferi, televisori, lavatrici) nelle case e milioni di motociclette e automobili nelle strade. Ciò non implica, però, la scomparsa di disuguaglianze. Il declino dell agricoltura e la richiesta di manodopera operaia rinnovano la piaga dell emigrazione (soprattutto interna, con migliaia di uomini e donne che si riversano dalle campagne meridionali nelle città industriali del Settentrione), e il divario tra il Nord e il Sud del paese non si attenua. A fronte della crescita di produttività e profitti, i salari rimangono bassi e le condizioni di lavoro difficili. Sotto l euforia per il miracolo economico comincia- L EPOCA E LE IDEE / 399

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi