Classe di letteratura - volume 3B

75 80 85 90 95 100 105 110 misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha, in genere, una sola di quelle grotte per tutta abita zione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone. Di bambini ce n era un infinità. In quel caldo, in mezzo alle mosche, nella polvere, spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto o coperti di strac ci. Io non ho mai visto una tale immagine di miseria: eppure sono abituata, è il mio mestiere, a vedere ogni giorno diecine di bambini poveri, malati e maltenuti. Ma uno spettacolo come quello di ieri non l avevo mai neppure immaginato. Ho visto dei bambini seduti sull uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiusi e le palpebre rosse e gonfie; e le mosche gli si posavano sugli occhi, e quelli stavano immobili, e non le scacciavano neppure con le mani. Sì, le mosche gli passeggiavano sugli occhi, e quelli pareva non le sentissero. Era il tracoma.17 Sa pevo che ce n era, quaggiù: ma vederlo così, nel sudiciume e nella miseria, è un altra cosa. Altri bambini incontravo, coi visini grinzosi come dei vecchi, e scheletriti per la fame; i capelli pieni di pidocchi e di croste. Ma la maggior parte avevano delle grandi pance gonfie, enormi, e la faccia gialla e patita per la malaria. Le donne, che mi vedevano guardare per le porte, m invitavano a entrare: e ho visto, in quelle grot te scure e puzzolenti, dei bambini sdraiati in terra, sotto delle coperte a brandelli, che battevano i denti dalla febbre. Altri si trascinavano a stento, ridotti pelle e ossa dalla dissenteria. Ne ho visti anche di quelli con le faccine di cera, che mi parevano malati di qualcosa di ancor peggio che la malaria, forse qualche malattia tropicale, forse il Kala Azar, la febbre nera.18 Le donne, magre, con dei lattanti denutriti e spor chi attaccati a dei seni vizzi,19 mi salutavano gentili e sconsolate: a me pareva, in quel sole accecante, di esser capitata in mezzo a una città colpita dalla peste. Continuavo a scendere verso il fondo del pozzo, verso la chiesa, e una gran folla di bambini mi seguiva, a pochi passi di distanza, e andava a mano a mano crescendo. Gridavano qualcosa, ma io non riuscivo a capire quello che dicessero in quel loro dialetto in comprensibile. Continuavo a scendere, e quelli mi inseguivano e non cessavano di chiamarmi. Pensai che volessero l elemosina e mi fermai: e allora soltanto distinsi le parole che quelli gridavano ormai in coro: Signorina, dammi u chinì! Signorina, dammi il chinino! . Distribuii quel po di spiccioli che avevo, perché si comprassero delle caramelle: ma non era questo che volevano, e continuavano, tristi e insistenti, a chiedere il chinino. Eravamo intanto arrivati al fondo della buca, a Santa Maria de Idris, che è una bella chiesetta barocca, e alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. Di lì sembra quasi una città vera. Le facciate di tutte le grotte, che sembrano case, bianche e allineate, pareva mi guardassero, coi buchi delle porte, come neri occhi. davvero una città bellissima, pittoresca e im pressionante. C è anche un bel museo, con dei vasi greci figurati,20 e delle statuette e delle monete antiche, trovate nei dintorni. Mentre lo visitavo, i bambini erano an cora là fuori al sole, e aspettavano che io portassi il chinino . 17 tracoma: infezione oculare cronica e contagiosa causata da un batterio. 18 Kala Azar febbre nera: malattia, detta anche leishmaniosi viscerale, causata da un parassita. 19 vizzi: avvizziti, smagriti. 20 figurati: decorati con figure. Le parole valgono chinino Fino ad alcuni decenni fa, il chinino era ancora qualcosa di ben noto in molte zone d Italia, quelle umide e acquitrinose caratterizzate dalla presenza della malaria. Nella farmacopea il vocabolo indica infatti il sol- fato basico di chinina, il principale alcaloide presente nelle cortecce di china (albero della famiglia delle Rubiacee originario del Perù) e, più in generale, tutti i sali di chinina usati a scopi terapeutici, soprattutto come antimalarici. Componi una frase che contenga questo vocabolo. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 387

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi