Classe di letteratura - volume 3B

75 non si crede, meno maligna più stupida, che so! Io per me propendo a credere che non ci abbia colpa in definitiva, che non sia colpa sua, che lei ci è obbligata tale e quale come noi, davvero propendo a crederlo. L amico no, secondo lui non ci sono scuse che tengano. Ed ecco ad ogni modo perché io vi dico: contro la luna non c è niente da fare. DENTRO IL TESTO Un racconto tra fantastico e simbolico La patina letteraria I contenuti tematici Letteralmente la licantropia è un raro disturbo mentale che induce un individuo a credere di potersi trasformare in animale, in genere in lupo. Nella tradizione popolare il licantropo, o lupo mannaro, è invece una persona che si tramuta in lupo nelle notti di luna piena. Per questo i protagonisti del racconto due lupi mannari attribuiscono alla luna una malvagia intenzione di nuocere, come se essa fosse una sorta di incarnazione della cattiveria della natura. Tale giudizio viene messo in dubbio dall io narrante soltanto alla fine del racconto, dove introduce una discriminante tra il proprio pensiero e quello del suo sodale. Al di là del contenuto fantastico (il primo livello di lettura del racconto), su un piano simbolico il testo offre una riflessione sul rapporto tra essere umano e forze della natura. L idea di poter catturare la luna (che si rivela poi fallace) allude all illusione umana di avere ragione delle forze naturali, misteriose e ostili. Il finale del racconto contro la luna non c è niente da fare (r. 78) sembra affermare una morale fatalista e rinunciataria, e dunque pessimistica, per la quale è più sensato accettare gli eventi, compresi quelli negativi, piuttosto che contrastarli. Tuttavia, è possibile leggere il testo anche come un semplice divertimento letterario, per l evidente rovesciamento del fantastico cupo e orrorifico in un fantastico leggero e giocoso: si pensi a come la luna viene paragonata, con immagini di sapore quasi comico, prima a una vescica di strutto e poi a una sfera deformata e affumicata. Le scelte stilistiche La lingua di Landolfi non è particolarmente complessa, sebbene sia caratterizzata come in tutte le sue opere dalla presenza di alcuni vocaboli letterari (flati, r. 42; triste, r. 60; mondando, r. 69) e di termini che rivelano l intento di caricare il lessico di suggestioni che vanno oltre i significati letterali. Il termine rovellio (r. 42), per esempio, è utilizzato in riferimento al trambusto prodotto dalla luna nel risalire la cappa del camino ma, in quanto filiazione dotta di rovello , che indica un intimo tormento o un pensiero ossessivo, suggerisce anche l idea di una condizione di sofferenza psicologica (in questo caso della luna), proiezione dell angoscia dei due protagonisti. Sul piano sintattico vanno rilevate alcune inversioni (porte e finestre avevo chiuso, r. 11; da non si dire, r. 65) che sortiscono l effetto di vivacizzare e talora impreziosire l andamento di una prosa altrimenti sostanzialmente regolare. VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Tralasciando il titolo, da cosa si capisce che l io narrante e il suo amico sono lupi mannari? 2 In base a quanto affermato nel testo, come può essere respinto l attacco di un lupo mannaro? 3 In che modo i due amici pensano di liberarsi della luce lunare? Come la luna torna a brillare? ANALIZZARE 4 Individua i passi che esprimono il senso di repulsione dei lupi mannari nei confronti della luna. 5 Individua in quale punto del racconto viene introdotta un ellissi temporale. 6 Elenca alcuni termini dotti o arcaici presenti nel testo, oltre a quelli già indicati nell analisi. INTERPRETARE 7 Quali sono gli elementi fantastici del racconto? 8 Quale significato simbolico potrebbe avere la repulsione dei lupi mannari per la luce della luna? SCRIVERE PER... ESPORRE 9 Svolgi una ricerca sul tema dei lupi mannari tra credenze popolari, letteratura e cinema. Esponi i risultati del tuo lavoro in un testo di circa 30 righe. 382 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi